Società Chimica Bussi, divisione del gruppo Todisco che ha acquisito l’ex stabilimento Solvay, in collaborazione con l’Ingegneria Chimica dell’Università dell’Aquila, sta sviluppando un progetto per il trattamento con idrogeno delle acque inquinate da solventi organici clorurati.
Il progetto ha visto una prima fase di studio di fattibilità effettuato presso il laboratorio di Società Chimica Bussi da uno studente in tesi magistrale di Ingegneria Chimica. “Visti i risultati positivi in termini di abbattimento del contenuto di inquinanti nelle acque trattate, della tempistica necessaria al trattamento e del basso consumo energetico”, spiega una nota, “si è entrati nella successiva fase di progettazione di un impianto su scala pilota. Tale ulteriore fase sarà effettuata nel laboratorio di Società Chimica Bussi, sempre in collaborazione con docenti di Ingegneria Chimica dell’Università dell’Aquila, da un team costituito da uno studente in tesi magistrale, un laureato in Ingegneria tirocinante e dai tecnici di Società Chimica Bussi, supportati dalle altre funzioni tecniche di stabilimento”.
La collaborazione ha lo scopo di progettare un alternativo processo di trattamento delle acque, con il vantaggio di trasformare alcuni composti inquinanti ad alto profilo tossicologico ed alto impatto ambientale in composti a basso profilo tossicologico ed ambientale.“Il progetto, inoltre, può rispondere all’esigenza di purificare le acque eventualmente inquinate all’interno degli stabilimenti di produzione industriale”, prosegue la nota della società, “con un risparmio di energia elettrica e utilizzando un reagente, l’idrogeno, già disponibile in alcuni sistemi produttivi in una logica di economia circolare”.
“Da questa proficua collaborazione”, conclude SCB, “si possono delineare nuove strade per lo sviluppo sostenibile, coniugando insieme sviluppo industriale, protezione del territorio, riduzione dei consumi energetici e contenimento degli impatti ambientali”.