Si chiarisce così il contenzioso più importante che ha visto la Edison contro Provincia di Pescara, Comune di Bussi, il Ministero dell’Ambiente e la Regione Abruzzo, entrambi difesi dall’avvocatura di Stato, in particolare dalla dottoressa Cristina Gerardis, ex direttore generale dell’ente regionale abruzzese.
La sentenza è stata pubblicata oggi e prevede un intervento milionario, in particolare nelle aree 2A e 2B: dalla partita rimane fuori la discarica Tremonti che si trova sotto i viadotti autostradali. Ora i circa 50 milioni relativi al bando pubblico per la bonifica dei siti 2A e 2B e della stessa Tremonti assegnato dall’allora commissario per emergenza, il compianto Adriano Goio, fermo da anni, possono essere utilizzati per altre aree inquinate.
La Provincia di Pescara ha recentemente emesso una ordinanza nella quale individua come responsabile dell’inquinamento la stessa Edison: il provvedimento ha innescato un altro contenzioso alla luce del ricorso al Tar da parte della multinazionale. “La sentenza, credo storica, riconosce in maniera cristallina la responsabilità della Edison che ora è chiamata ad un intervento di risanamento integrale – spiega l’avvocato Matteo di Tonno, del foro di Bologna, legale della Provincia di Pescara -, come difensore dell’ente provinciale pescarese sottolineo la piena soddisfazione nell’aver visto riconosciuta la bontà del poderoso lavoro amministrativo che ha reso giustizia al territorio e all’intera regione.
“Spero che dopo questa sentenza, che ha definito con mirabile chiarezza ogni questione, non si debba più sentire, in alcuna sede giudiziaria, come “scusa” per non intervenire sulle aree contaminate di Bussi, che all’epoca dei fatti era lecito seppellire rifiuti pericolosi sotto terra o buttarli a tonnellate nei fiumi; o che la Montedison (oggi Edison) non è responsabile per avere negli anni ceduto ad altri l’azienda, con complesse operazioni societarie”. Lo dichiara l’avvocato dello Stato Cristina Gerardis, già dg della Regione Abruzzo e legale di parte civile nel processo in Corte d’Assise d’Appello a Chieti.
“Il Consiglio di Stato ha detto chiaramente che il danno all’ambiente è ab origine ingiusto, che è la nostra Costituzione a dirlo, ben prima del decreto Ronchi del 1997. E che non basta liberarsi di un ramo di azienda per sottrarsi agli obblighi di bonifica e alle responsabilità per le contaminazioni causate nell’esercizio dell’industria – insiste la Gerardis – Ha dato inoltre un contenuto sostanziale al principio ‘chi inquina paga’: deve occuparsi del ripristino ambientale chi si è arricchito negli anni risparmiando sui costi ambientali! Sono soddisfatta per l’esito processuale, che dà ragione alle tesi che da anni sosteniamo per ottenere una pronuncia di responsabilità in questa gravissima vicenda di danno ambientale, in sede penale, civile e amministrativa. Mi auguro che sia l’inizio di una nuova stagione per l’Abruzzo e per il territorio della Val Pescara”.