Se lo chiede il coordinamento Salviamo gli Alberi di Pescara, indignato e preoccupato dopo le varie segnalazione ricevute dai cittadini da diversi punti del capoluogo adriatico. “Lecci abbattuti perché ‘malati’, pini che insistono in cantieri stradali, ripiantumazioni inesistenti, misere e lontane da una corretta progettazione del verde urbano”: di questo il coordinamento ecologista chiede conto all’amministrazione comunale
“Quanti sono gli alberi abbattuti che dimoravano in aree di cantieri stradali e nelle vicinanze? Quanti sono gli alberi abbattuti corredati da relazione fitostatica e strumentale? Quanti sono gli alberi che l’Amministrazione ha deciso di abbattere? A quanto ammonta il bilancio di perdita di assorbimento in termini di Co2? Che utilizzo viene fatto del materiale legnoso rimosso da parte delle ditte incaricate?”, viene chiesto al Comune.
“I cittadini – sottolinea il coordinamento – sono più che consapevoli che le loro strade rimarranno senza ombra per almeno 20-30 anni, che le prossime estati renderanno roventi e perciò incalpestabili i bei marciapiedi luccicanti. Non saranno certo i nuovi piccoli agrifogli o i bambù che pianteranno a evitare le morti per le ondate di calore (nel solo 2017 Pescara ha visto un aumento della mortalità del’11% a causa dell’isola di calore)”.
Il coordinamento ricorda anche che “abbattimenti generalizzati vanno contro una recente sentenza del Consiglio di Stato la quale stabilisce che il taglio deve essere motivato da adeguata istruttoria tecnica e strumentale. L’amministrazione comunale risponda ai quesiti, perché ha il dovere di essere trasparente e rendere pubblici i dati fin dal suo insediamento. Cosa che per legge dovrà fare a fine mandato, con obbligo di pubblicazione del Bilancio arboreo, dando conto di quanto accaduto”.