Pescara, biodigestore rifiuti attivo entro il 2025

Pescara. Entro i primi mesi del 2025 entrerà a pieno regime il nuovo impianto anaerobico per il trattamento dei rifiuti organici di tutti i Comuni che afferiscono ad Ambiente Spa, struttura che verrà realizzata in un’area della provincia ancora in fase di individuazione.

Lo ha annunciato il presidente della commissione comunale Ambiente, Ivo Petrelli, ufficializzando l’esito della seduta odierna che ha visto la presenza dell’assessore all’Ambiente Isabella Del Trecco e del Presidente di Ambiente Spa Massimo Papa.

“Entro quella data dovremo garantire una capacità di raccolta differenziata del pattume per almeno 40mila tonnellate l’anno, lavorando soprattutto sui Comuni soci di Pescara, come Montesilvano dove la quota di differenziata è ancora ferma al 33-34 per cento”, aggiunge Petrelli, “L’impianto verrà realizzato con i fondi della Banca Europea d’Investimenti, anziché con quelli del Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza perché questi ultimi sono destinati ai Comuni, alle pubbliche amministrazioni, mentre la nostra struttura verrà realizzata direttamente dalla nostra partecipata, evitandoci anche di dover individuare un Comune capofila con tutte le conseguenze burocratiche”.

Il Movimento 5 Stelle, però, ritiene “inaccettabile che un Comune come quello di Pescara, in piena crisi finanziaria, abbia potuto perdere il treno del PNRR per realizzare un impianto su cui ora si vogliono investire ben 30 milioni di euro”: a dirlo sono i consiglieri comunali Paolo Sola e Massimo Di Renzo. Il riferimento è al finanziamento che servirà per realizzare l’opera, in parte (15 milioni di euro) messo a disposizione dalla BEI (Banca Europea per gli Investimenti) da restituire in 18 anni, e in parte (i restanti 15 milioni) investiti da un privato attraverso un project financing che gli garantirebbe la gestione dell’impianto stesso per 15 anni. “Un connubio pubblico-privato che farà gli interessi solo di quest’ultimo, che per forza di cose punterà a garantirsi un profitto che saranno gli utenti del territorio pescarese a pagare. Per di più alla base della proposta di project – prosegue il consigliere Paolo Sola – c’è un accordo che ci legherebbe mani e piedi a delle clausole a dir poco vessatorie che garantiscono al privato un ricavo minimo indipendentemente da quante tonnellate di rifiuti organici verranno conferite. Un impianto di questo tipo, che dovrebbe lavorare su 60mila tonnellate all’anno, rischia di restare improduttivo – prosegue Sola – considerando che il territorio pescarese complessivamente ne produce al massimo tra i 20mila e i 30mila. Servirebbe quindi un forte contributo dal conferimento di altre province, al costo di 110€ a tonnellata, completamente fuori mercato rispetto al prezzo che altri impianti (interamente finanziati a fondo perduto) possono offrire. Ma indipendentemente dal fatto che questi rifiuti arrivino o non arrivino, l’accordo stabilisce che sia Ambiente SpA, azienda partecipata e quindi pubblica, a garantire al privato la somma mancante. In altre parole sarebbero comunque i cittadini a pagare anche per quello che non viene smaltito!”.

“Detto in altri termini, spendiamo soldi e soprattutto male – aggiunge il consigliere Di Renzo – rinunciando anche a tutti gli incentivi statali per la produzione di biometano che, manco a dirlo, secondo questo accordo finirebbero in tasca al privato. Una somma che si può stimare tra un milione e due milioni di euro all’anno, che in 15 anni ripagherebbero praticamente già da soli, in tutto o in parte, il costo dell’impianto!”.

Questioni che il consigliere M5S Paolo Sola, membro del Comitato di Controllo Analogo, presenterà in una relazione durante la prossima riunione che dovrà esprimersi proprio su questa proposta, facendosi portavoce della preoccupazione di tutte le forze di minoranza del Comune di Pescara. “Un progetto così impostato non funziona e va fermato” – concludono i consiglieri pentastellati.

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