Pescara: 700 firme contro i parcheggi a pagamento in via Ciglia

Pescara. Sono circa 700 le firme di operatori economici, residenti e utenti delle diverse attività presenti nell’area di via Cetteo Ciglia, raccolte contro l’introduzione della sosta a pagamento, così come deciso con delibera dello scorso 12 febbraio dell’amministrazione comunale.

Questa mattina sono state consegnate in sala giunta al sindaco della città, Carlo Masci, e all’assessore alla Mobilità urbana, Luigi Albore Mascia, da una delegazione guidata dal presidente della CNA provinciale, Cristian Odoardi e dal direttore della CNA Abruzzo, Graziano Di Costanzo. Proprio la CNA aveva promosso nei giorni scorsi una raccolta capillare nei diversi esercizi presenti nella zona, trovando una forte adesione.

“Usciamo dall’incontro delusi – spiega Odoardi – perché al netto di qualche tiepida apertura ancora eventuale, come ad esempio sulla gratuità della prima ora di sosta e sul prezzo ridotto degli abbonamenti per residenti e lavoratori, ci siamo trovati di fronte a una sostanziale chiusura dell’amministrazione. Eppure chiedevamo di rivedere una scelta che penalizza un’area periferica della città, ricca di attività terziarie, ma anche con tante famiglie residenti: attività e famiglie che hanno scelto di riqualificare un territorio un tempo abbandonato a se stesso, mal servito dai mezzi pubblici, che sarà adesso assoggettato al pagamento della sosta con tariffe tutt’altro che popolari, uguali a quelle del centro città. Perfino al sabato, quando in pratica non ci sono grandi presenze, tranne quelle di residenti che dovranno pagare”.

A detta del presidente della CNA provinciale, “la sola, vera logica che si intravvede nel provvedimento, nella stessa fretta con cui è stato annunciato e varato, nella mancanza di ascolto dei cittadini interessati, è la necessità di fare cassa: una ragione che possiamo anche comprendere, viste le difficoltà delle pubbliche amministrazioni di far fronte a vecchi e nuove emergenze nei propri conti, ma crediamo non sia questa la strada. Oltretutto, lascerei da parte motivazioni fantasiose, pure tirate in ballo, e legate a una presunte svolta green nella mobilità cittadina: qui non ci sono piste ciclabili o superfici adatte ai monopattini elettrici, qui gli autobus passano ogni tanto, qui si continuerà ad arrivare usando il mezzo privato”.

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