Pescara. Il cortile del Municipio trasformato in un cimitero, ma le croci mortuarie sono quelle che, simbolicamente, celebrano la “morte economica della città”.
A piantarle, nella notte, sono stati i membri del gruppo pescarese di Casa Pound, attuando una protesta shock contro la pressione fiscale e l’elevata pressione tributaria. A decine, nei vasi davanti l’ingresso di Palazzo di Città e nelle aiuole tutto intorno, riportanti cartelli che commemorano pensionati “uccisi” dagli aumenti sulle imposte comunali.
“Non riteniamo di esagerare dicendo che Pescara sta letteralmente morendo di tasse”, spiega, in una nota che rivendica il gesto, Mirko Iacomelli, responsabile pescarese Casa Pound Italia, “Dopo l’imposizione della Tasi con aliquota al 3 per mille, una delle più alte applicate in Abruzzo è di questi giorni l’arrivo delle bollette per la Tari, la tassa sui rifiuti, con cifre che comportano l’ulteriore esborso di centinaia di euro per famiglie ed attività economiche. Come conseguenza, la nostra città, oltre che con la crisi economica nazionale, si trova a fare i conti con un fisco comunale predatorio. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: Pescara, da motore economico dell’Abruzzo, sta diventando una città economicamente morta, con la chiusura delle attività commerciali e l’aumento costante della disoccupazione”.
“Non è pensabile –conclude Iacomelli – che le autorità comunali pensino di poter far fronte ai mancati trasferimenti di fondi da parte del governo, con l’aumento delle tasse a livelli insostenibili. E se la soluzione deve passare inevitabilmente per un cambio di linea da parte del governo centrale, è pur vero che nell’immediato è il Comune a dover rivedere le proprie politiche, pena il disfacimento del tessuto economico e sociale della città”.