A scoprirlo sono stati i carabinieri della Compagnia di Pescara che all’alba di oggi hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare personali, tre in carcere, di cui una eseguita nella provincia di Ravenna, e due di sottoposizione all’obbligo di dimora, tutte emesse dal Gip di Pescara Luca De Renzis su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Andrea Papalia, nell’ambito dell’operazione “Master cleaner”.
Le indagini, che hanno riguardato anche la provincia di Pescara e quella di Chieti, sono durate un anno ed hanno consentito di individuare 13 indagati che devono rispondere a vario titolo dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, esercizio abusivo di attività finanziaria e trasferimento fraudolento di valori. Per quest’ultimo reato eseguita anche la misure cautelare reali del sequestro preventivo di una agenzia di scommesse, tre conti gioco, tre motocicli ed un’autovettura.
Le indagini sono partite da un 41enne che secondo gli inquirenti reimpiegava il denaro provento di attività illecita – lo spaccio di stupefacenti – in attività all’apparenza lecite. Obiettivo degli inquirenti è stato quello di dimostrare il trasferimento fraudolento di valori. Per fare questo durante le indagini, sono stati richiesti alla società dei giochi gli elenchi dei conti gioco accesi presso la sala scommesse. Si è poi così appurato come persone sull’orlo dell’indigenza (alcuni erano percettori di reddito di cittadinanza), erano in grado di convogliare sui conti gioco decine di migliaia di euro.
Il meccanismo dei conti gioco rappresentava un vero e proprio sistema di ripulitura del denaro. Eseguite, oltre alle misure cautelari, sequestri preventivi presso le abitazioni di tutti gli indagati, e all’interno della Sala Scommesse dove è stato coinvolto anche il personale dei Monopoli di Stato per sottoporre ad ulteriori controlli la sala ed interrompere ogni attività.