Pescara. Si è suicidata martedì notte a Serra San Bruno, nella casa che le era stata messa a disposizione da una comunità d’accoglienza, Daniela Lo Russo, la 46enne di origini pugliesi che nel 2016 a Pescara tentò insieme al figlio di uccidere il marito somministrandogli dosi di Coumadin, un farmaco anticoagulante.
La donna, secondo quanto si è appreso, si è infilata un sacchetto di plastica in testa morendo così per asfissia.
Daniela Lo Russo, per il tentato omicidio del marito, era stata condannata a 13 anni e 8 mesi di reclusione. Insieme a lei era stato condannato a 12 anni e 8 mesi anche il figlio, Michele Gruosso.
Dopo la condanna, la donna fu rimessa in libertà ma a distanza di qualche mese venne nuovamente arrestata perché s’introdusse negli uffici del Tribunale de L’Aquila e rubò i fascicoli che la riguardavano, bruciandoli poi per strada.
La donna, nota come ‘lady Coumadin’, aveva fatto parlare di sé in più occasioni. A fine ottobre aveva già tentato il suicidio nel carcere di Teramo ed era stata salvata dagli agenti penitenziari. Pochi mesi prima, a giugno, l’episodio dei fascicoli rubati in Corte d’Appello all’Aquila. Nell’estate 2020, alle ultime battute del suo processo, posizionò cinque finti pacchi bomba davanti ad alcuni uffici di Pescara, tra cui Tribunale e Comando dei Carabinieri, e davanti al portone del magistrato che sosteneva l’accusa, cui era indirizzato anche un messaggio minatorio. Proprio per questo, dell’inchiesta a suo carico si occupa la Procura di Campobasso.
Durante l’estate scorsa, infine, alla donna era stato notificato il provvedimento di sequestro di un immobile ritenuto provento di una truffa ai danni di un imprenditore di Pescara.