“Si mette in guardia, tuttavia”, recita un nota, “dal perseguire con troppa fretta la riapertura dei comparti per non mettere a rischio, con le lavorazioni finalizzate all’agibilità, i confortanti fenomeni di ripresa del ciclo vegetale che si manifestano con le nuove plantule di Pino d’Aleppo, utili segnali della capacità di resilienza di questi ecosistemi litoranei, di cui la Nostra riserva è fragile e raro esempio, residuale. Gli stessi lavori di rimozione di macerie e rifiuti accumulati negli anni dovrà svolgersi curando la salvaguardia delle nuove plantule.
La Sezione pescarese di Italia Nostra, “anche in questa occasione, non smette di ricordare che ai provvedimenti di emergenza deve seguire la piena attuazione del Piano di Assetto Naturalistico della Riserva e, soprattutto, l’istituzione del “Comitato di Gestione”, quale suo organismo di direzione e gestione stabile e autonomo, che permetta d’intraprendere con continuità le azioni di salvaguardia, recupero o ripristino naturalistico, risanamento idrogeologico, allontanamento delle specie alloctone, analisi e studi scientifici, prevenzione antincendio, fruizione didattica, ricreativa e ludica. Si tratta di avviare quei provvedimenti necessari per dare un’esistenza regolare e prospera a questo grande patrimonio cittadino”.
“Ribadiamo che soltanto la continuità di una valida direzione scientifica potrà assicurare “buona salute” alla nostra Pineta, insieme a una reale apertura partecipativa verso le Associazioni, prevista da tutte le norme vigenti”, conclude la nota di Italia Nostra.