Dal verdetto, atteso entro breve termine, dipende il futuro di una struttura che è stata punto di riferimento del turismo nel Parco nazionale della Maiella e volano dell’economia della zona.
L’amministratore giudiziario della società, il commercialista Guglielmo Lancasteri, auspica che sia disposto l’esercizio provvisorio o l’affitto dell’impresa che prevede che il tribunale pubblichi un bando per individuare imprenditori in grado di far ripartire il complesso termale. Almeno quattro le tipologie di azienda che potrebbero essere interessate: chi si occupa di terme, chi di riabilitazione sanitaria, chi è attivo nel settore alberghiero, chi nell’industria chimica e cosmetica.
Non da poco l’impegno manageriale che dovrebbe assumersi chi risponderà al bando. Dal 2008 in ogni esercizio sono state subite perdite economiche quasi sempre molto superiori al milione di euro che, cumulate, hanno raggiunto i 23 milioni.
Intanto sono state inviate le lettere di risoluzione del rapporto di lavoro agli 11 dipendenti che fino al 15 ottobre saranno in cassa integrazione; dopo quel giorno godranno della Naspi, indennità mensile di disoccupazione pari al 75% della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni.
E ieri la Federalberghi Pescara – una delegazione guidata dalla presidente Daniela Renisi, con l’associazione albergatori di Caramanico Terme e il suo presidente, Francesco Di Domizio – ha incontrato Lancasteri per capire quale possa essere la soluzione migliore per gli operatori turistici e commerciali, che rischiano di non riaprire più. Vista l’importanza che la struttura termale riveste per il tessuto economico, sociale e industriale dell’intero Abruzzo, i partecipanti alla riunione hanno condiviso che è necessario il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate, a partire dalle istituzioni, per creare condizioni che consentano uno sviluppo economico solido e duraturo del territorio di Caramanico Terme e del settore turistico termale regionale.