La sezione di Italia Nostra Pescara, unitamente ad alcuni “voci eccellenti”, ha scritto una lettera aperta per far sentire “la voce di amministratori, tecnici, scienziati, cittadini promotori della mobilitazione di movimenti d’opinione che hanno messo in valore il tema della riserva, ne hanno curato gli aspetti conoscitivi, tecnici, amministrativi che hanno portato alla città dapprima la proprietà delle aree e poi la loro progettazione e disciplina, fino all’importante traguardo della legge istitutiva regionale”.
A firmare la lettera, che pubblichiamo integralmente:
PER IL MANTENIMENTO ED IL RILANCIO DELLA RISERVA NATURALE PINETA DANNUNZIANA
Siamo un gruppo di ex amministratori, tecnici, specialisti che abbiamo, tra gli altri, contribuito a promuovere atti, a fornire pareri, a condurre studi, ad acquisire le aree o a realizzare il Parco e poi la Riserva Naturale Regionale Pineta Dannunziana di Pescara, nell’antica pineta D’Avalos , che subiva l’assedio crescente ed insostenibile della urbanizzazione ed ora rappresenta uno dei più preziosi elementi del patrimonio cittadino per bellezza paesaggistica, benefici ecosistemici e per biodiversità , con le 345 specie vegetali censite di cui 4 endemiche e 26 rare.
Vederla aggredita dal fuoco da più parti, guardare la foto aerea che mostra annerito di carbone tutto il settore sud ovest con i pini vetusti ed il sottobosco bruciato ci ha addolorato profondamente, consapevoli come siamo del valore che la Pineta riveste per la città, dello scrigno di diversità e rarità botaniche che contiene e della fauna cui dà ricovero.
Il difficile ma felice esperimento di una Riserva naturale in ambiente urbano dura da decenni, anche per il suo essere inserito in un corridoio di naturalità che dalla riva dell’Adriatico si spinge lungo il torrente Vallelunga fino alle campagne collinari retrostanti. Tuttavia si devono registrare ritardi nella sua pianificazione e soprattutto l’assenza di una direzione e gestione scientificamente improntata; questi fattori si aggiungono alle carenze annose nella manutenzione, nella vigilanza, nella prevenzione antincendio. Ora che il fuoco ha lasciato le sue gravi ferite si levano voci contro la Riserva, come se essa fosse il fattore di rischio e non già la prolungata carenza di provvedimenti umani per curarla e difenderla.
Torna, anche sulla base di inesatte ricostruzioni storiche e di opinabili assunti disciplinari, una pressione a declassare la Riserva, a renderla un giardino senza la sua specifica caratterizzazione botanica, disponibile per ogni uso aggressivo, ogni manipolazione commerciale.
I sottoscritti fanno appello a tutti gli amministratori, comunali e regionali, alla Soprintendenza ABAP, alle forze politiche, alla intellettualità cittadina, alla opinione pubblica più vasta perché questo non avvenga e si riconfermi senza ambiguità la volontà di salvaguardare l’area ed il suo intorno come deve farsi per una Riserva naturale secondo i criteri della Biologia della Conservazione.
Nel realizzare quegli antichi provvedimenti noi abbiamo inteso preservare il lacerto superstite della “Selva degli Chiappini” che ci tramandano carte e pagine della storia; nel conservarlo, Pescara ha un privilegio che altre città non hanno; ascolti quello che vorrà dirci la Natura della Pineta in autunno e nella prossima primavera; su quei dati, si appronti un piano di Restauro Naturalistico, base della futura gestione scientifica della Riserva che non può essere più rimandata. Questo cammino virtuoso non deve interrompersi; con i più ampi e qualificati contributi, si salvi la Riserva attuandone, infine, una corretta e valida gestione.