Diverse decine di studenti, genitori, e dipendenti hanno protestato contro lo smembramento della scuola e dei suoi 1700 su 6 sedi temporanee, contestando “uno scellerato progetto di demolizione di un’ottima scuola e la ricostruzione parziale di nuovi capannoni industriali energivori e inadatti come edifici educativi”.
Genitori e studenti hanno parlato in piazza “dell’insostenibilità di 5 sedi scolastiche di sole aule , senza laboratori, palestre, aree all’aperto e locali per le attività di sostegno. Senza parlate delle difficoltà di trasporto per raggiungere, da tutta la provincia, sedi spesso periferiche”. Diversi i genitori che stanno pensando di chiedere ancora la didattica a distanza per evitare nuovi disagi.
Alla base rimane la denuncia di “illegittimo cambiamento, con motivazioni inconsistenti, di un finanziamento da 8 milioni per la riqualificazione della scuola, in un progetto di demolizione totale e ricostruzione parziale di un edificio, tipo capannone industriale”, dichiarato inaccettabile da alcuni docenti e tecnici della scuola, che hanno denunciato la Provincia di fronte alla magistratura e ad organi di controllo, per abuso e danno erariale.
“Un paradosso”, affermano alcuni docenti, “Con 8 milioni di euro si distruggerebbe una scuola di buon livello del valore stimato di 19 milioni di euro, che ha sempre funzionato egregiamente ed in sicurezza, mettendo in mezzo a una strada 1.700 persone per una decina di anni. Meglio restare al Marconi e riqualificare a blocchi la scuola attuale. Per non perdere finanziamento, progetto ed appalto in corso, si costruisca il nuovo edificio temporaneo su un’altra area pubblica centrale in corso di riqualificazione, senza demolire il Marconi. Una volta ultimato, il nuovo edificio potrebbe essere usato come scuola tampone per ospitare tutte insieme le classi trasferite del Marconi da ristrutturare. La stessa scuola tampone servirà per accogliere le classi di tutte le altre scuole del patrimonio pubblico da adeguare ai nuovi standard”.