Altre 48 piante, invece, presentano segni di ferite gravi, dovranno essere monitorati perché potenzialmente pericolanti, “ma prima di procedere con la loro eventuale rimozione i tecnici suggeriscono di temporeggiare per verificare se le piante abbiano una possibilità di ripresa e se siano in grado di reagire allo stress termico subito”: è questa la prima stima dei danni effettuata dagli uffici tecnici comunali, coordinati dall’ingegnere Giuliano Rossi , incaricati all’indomani del gravissimo rogo che ha distrutto il lotto 5 della Riserva naturale e in parte i comparti 4 e 3, un bilancio purtroppo ancora approssimativo destinato inevitabilmente ad aggravarsi man mano che gli agronomi riusciranno a entrare nei vari comparti per cominciare a esaminare ogni singolo albero. A riferirlo è stato il presidente della Commissione Ambiente del Comune, Ivo Petrelli ufficializzando l’esito della seduta odierna che ha visto la partecipazione dell’ingegner Giuliano Rossi.
I tecnici devono realizzare una verifica visiva e una verifica strumentale. Complessivamente sono 400 le alberature da sottoporre a indagine. Già ieri è stata consegnata al Comune la prima relazione che riguarda le piante a ridosso della viabilità lungo via Ignazio Silone, via della Bonifica e via Pantini, ovvero i tre assi stradali ancora chiusi al traffico da domenica. Trattandosi di una Riserva naturale sottoposta a vincolo naturalistico e a vincolo monumentale-paesaggistico, la relazione è stata subito trasmessa alla Regione Abruzzo, ai Carabinieri Forestali e alla Sovrintendenza. Nel frattempo sono state avviate le procedure della somma urgenza per abbattere le piante irrimediabilmente compromesse dal fuoco e ormai ridotte a scheletri neri.