Pescara. “Abbiamo sempre assicurato i nostri servizi, andiamo avanti con i progetti in corso e altri sono in cantiere”. A sottolinearlo in una nota è il presidente della Cooperativa ‘La Rondine’, Alberto Giuliani, in merito al coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Pescara su un presunto appalto pilotato riguardante l’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro.
“Non sono stati mesi facili per la Cooperativa ‘La Rondine’ – si legge in una nota – costretta ad affrontare una tempesta giudiziaria che l’ha colpita come un fulmine a ciel sereno. Eppure il nuovo CdA presieduto da Alberto Giuliani non si è lasciato scoraggiare dalle inevitabili difficoltà, dalle aule dei tribunali, dagli interrogatori e dalle attese snervanti, ha continuato con solerzia e impegno il lavoro nei vari centri. Va sottolineato che nessun provvedimento di sospensione dell’attività è stato preso dal giudice nei confronti della cooperativa, che ha potuto così assicurare presenza e impegno, con grande sollievo da parte degli utenti e delle loro famiglie. Le parole d’ordine in questi mesi sono state riserbo, discrezione, misura, anche quando si aveva tutte le carte in regola per alzare i toni e far valere le proprie ragioni”.
“Abbiamo scelto il silenzio anche quando abbiamo subito attacchi e accuse ingiustificati, che nulla avevano a che fare con quanto successo – ha spiegato Giuliani – si è cercato di creare un clima di sospetto e di screditare il nostro lavoro che abbiamo sempre portato avanti con professionalità e competenza, nonostante le comprensibili preoccupazioni ora guardiamo al futuro con maggior serenità, continuiamo con i progetti in corso e ce ne sono altri importanti in programma”.
“Abbiamo sempre messo al centro della nostra attività e del nostro programma di lavoro, la persona con i suoi bisogni e le sue esigenze – ha puntualizzato Luca Natale, responsabile dei servizi sanitari della cooperativa – l’80% del nostro lavoro si svolge a domicilio, si crea quindi un rapporto importante e profondo con paziente e familiari tant’è che anche in questo periodo complicato non ci siamo mai sentiti soli. Abbiamo avuto l’appoggio e il sostegno di tanti”.