Pescara. Gli ultimi dati dell’emergenza coronavirus confermano, giorno dopo giorno, come in Abruzzo il virus in questa fase stia colpendo in particolare l’area metropolitana pescarese e la costa, mentre le aree interne – martoriate dall’ondata autunnale – vivono una tregua.
Circa 160, su un totale regionale di 343, i casi emersi nelle ultime ore nella sola area metropolitana, 75 dei quali a Pescara, record degli ultimi mesi. Nel capoluogo adriatico, il totale dei casi dal primo gennaio ad oggi è di quasi 800, con una media di oltre 27 contagi al giorno.
La seconda località per numero di contagi accertati nelle ultime ore è Montesilvano con 25 casi, seguono San Giovanni Teatino con 17, Francavilla al Mare con 16, Spoltore con 15, Chieti con 8 e Città Sant’Angelo con 3 casi.
A livello provinciale, l’incremento più consistente si registra ancora nel Pescarese, con un +155, seguito dal Chietino con +100. Numeri più bassi nel Teramano, con +43, e nell’Aquilano, con +38.
La provincia di Pescara, a lungo considerata il territorio più colpito del centro Sud Italia nella prima fase dell’emergenza, tutto sommato aveva retto bene l’ondata autunnale, quando ad essere più colpito è stato l’entroterra, in particolare L’Aquila e Avezzano. Dall’inizio di gennaio in poi, però, i numeri dell’area metropolitana e, più in generale, della fascia costiera hanno ricominciato a salire.
Anche per questo, i sindaci dei 4 più grandi centri della provincia – Pescara, Montesilvano, Città Sant’Angelo e Spoltore – pensano di istituire dei punti per uno screening di massa fisso e continuativo, dopo la prima esperienza di pochi giorni a metà gennaio.