In questi giorni, infatti, si stanno susseguendo numerose sentenze emesse dai Giudici di Pace di Pescara, tramite le quali sono stati accolti alcuni dei ricorsi presentati dall’avvocato Ludovici Carlotta. “Tra gli altri motivi di ricorso”, spiega l’avvocato, “nelle motivazioni delle diverse pronunce giudiziarie in primis si legge dell’accoglimento dell’opposizione circa la regolarità della taratura del dispositivo in questione, che non è stata comprovata dal comparente Comune. Altri Giudici, invece, hanno ritenuto, e a ragione, di accogliere l’ulteriore motivo di ricorso sollevato in merito alla mancata omologazione dell’autovelox, sulla scorta anche della copiosa giurisprudenza sia di merito che di legittimità che si è espressa di recente su questa annosa problematica”.
“In buona sostanza, contrariamente a quanto sostenuto dall’Ente comunale, l’omologazione e l’approvazione non sono due procedure sinonimiche, bensì sono distinte tra di loro”, prosegue la legale, “Di conseguenza, uno strumento non omologato e non regolarmente tarato, non è attendibile nella rilevazione della velocità. Pertanto, alla luce di tali autorevoli pronunce cui si stanno conformando i diversi Giudici di Pace assegnatari delle centinaia di ricorsi proposti, l’infrazione non può sussistere in quanto l’apparecchio oggi incriminato è pacifico che non sia stato sottoposto giustappunto a procedura di omologazione, di talchè questo non è uno strumento attendibile nei rilevamenti”.
“E’ davvero una grande soddisfazione constatare che la Giustizia sta trionfando per un caso sociale che ha coinvolto migliaia di automobilisti increduli dell’accaduto, operatori del diritto, ma anche forze politiche dei diversi schieramenti e soprattutto lo stesso Prefetto di Pescara, che a suo tempo aveva autorizzato l’istallazione del velox, il quale in più di un’occasione è intervenuto per verificare la regolarità e la legittimità della condotta del Comune di Bussi, richiedendo, altresì, a quest’ultimo di fornire il decreto di omologazione del velox, che purtuttavia, alla luce della documentazione agli atti, non esiste affatto, anche se invero sui verbali è riportata stranamente la dicitura omologazione”, conclude l’avvocato Ludovici.