Lo riferisce il consigliere regionale PD Antonio Blasioli che da tempo segue le vicende della discarica e che oggi presiede la Commissione d’inchiesta regionale, nata per fare luce sui fatti e stimolare la bonifica del Sito d’interesse nazionale di Bussi.
“Ho avuto modo di verificare che Edison sta operando la messa in sicurezza su quelle due aree che fino ad oggi non erano state interessate dalla copertura tramite capping, proprio ripassando dalla seduta di ieri della Commissione a cui ha partecipato anche la Solvay, multinazionale belga che nel 2002 subentrò a Montedison nella proprietà della maggior parte dei siti – riferisce Blasioli – Non si tratta della bonifica definitiva delle due discariche che attendevano da anni interventi attuali di cauterizzazione, ma c’è da essere veramente soddisfatti se dopo 13 anni dalla scoperta dei veleni di Bussi e oltre 37 dalle autorizzazioni concesse dalla Regione allo stoccaggio in loco, oggi si mettono in opera misure di prevenzione che sarebbero dovute scattare a 48 ore dalla scoperta della discarica, nel 2007”.
Il cantiere arriva a seguito della sentenza del Consiglio di Stato del 6 aprile 2020 e soprattutto dopo le sollecitazioni del ministero dell’Ambiente del 10 e del 17 giugno scorso, che hanno determinato Edison alla cantierizzazione degli interventi richiesti. I lavori dureranno nove mesi e, fra l’altro, comprenderanno anche la realizzazione del capping sui due ettari delle discariche 2A a 2B e delle aree limitrofe che ne sono ancora prive. Messa in sicurezza con i teli a tutela di suolo e aria, ma anche indagini geofisiche non invasive, rimozione delle interferenze, regolarizzazione e riprofilatura del sistema di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche, congiuntamente alla riattivazione del sistema di pump and stock attrezzato da Solvay e non più funzionante da agosto 2018, circostanza questa che ha destato particolare attenzione in seno alla Commissione.
“Inoltre Edison provvederà anche ad aggiornare i dati delle caratterizzazioni eseguite su queste aree nel 2001 da Montedison e nel 2003 e 2011 da parte di Solvay. Occorrerà circa un anno per predisporre un piano di rischio specifico per l’area e per il progetto di bonifica, che poi andrà sottoposto per l’approvazione alla conferenza di servizi con Ministero ed enti territoriali. Va inoltre ricordato che la Regione Abruzzo ha promosso ricorso al Tar Lazio per la sospensiva del provvedimento con cui il Ministero Ambiente e Territorio ha annullato il bando della bonifica elaborato dal commissario regionale Adriano Goio e che potrebbe portare ad un percorso diverso”, conclude Blasioli.