Il gip Gianluca Sarandrea ha convalidato l’arresto dell’uomo. Il perito informatico è difeso dall’avvocato Alfredo Forcillo, che ha richiesto un incidente probatorio per accertare se al momento del fatto Maravalle fosse in grado di intendere e volere.
“Il mio assistito – spiega Forcillo – ha confermato quello che si sapeva già e ha di nuovo confessato di aver ucciso lui il figlio forse per un delirio riconducibile alla sua malattia che era ben controllata fino a quando ha preso i farmaci; medicinali che poi ha smesso di prendere autonomamente e senza dire niente a nessuno perché questi farmaci lo indebolivano e lo facevano star male e una volta che ha smesso di prenderli, non ha saputo gestire più evidentemente questi pensieri deliranti che gli facevano ritenere che ci fossero complotti che potevano provocare al figlio torture e cose di questo genere”.
Il gip ha fissato al prossimo 24 luglio il conferimento dell’incarico per l’incidente probatorio.
“È presto per dire e capire quello che verrà fatto. Si tratta di un paziente che vive un grandissimo dramma come è facilmente intuibile. Per cui aspetteremo. C’è una procedura che sicuramente è stata rispettata”.
A sostenerlo è lo psichiatra del Centro di Salute Mentale della Asl di Pescara, Sabatino Trotta, che ha partecipato e assistito nel carcere di Pescara all’interrogatorio di Massimo Maravalle, accusato dell’omicidio del figlio adottivo Maxim di cinque anni.
“Per me – ha aggiunto – oggi l’importante è rispettare un dramma e un dolore che ha colpito una mamma, un papà e un bambino. È difficile dire oggi. Parlare a posteriori è molto semplice. Cosa si sia verificato nella mente di una persona è difficile dirlo. L’attenzione è stata sicuramente posta.
Probabilmente il tentativo elusivo è stato messo in pratica in primis da chi è portatore, e non credo da un medico o un assistente sociale. In primis nega chi ne è portatore o chi è vicino a lui”.