Giovane mamma di Civitaquana arrestata per infanticidio: abortisce al settimo mese

CarabinierinewPenne.Ha interrotto la gravidanza, tra il settimo e l’ottavo mese, in una struttura non accreditata al servizio sanitario nazionale, occultando le spoglie del bimbo che aveva in grembo con la complicità delle stesse persone che l’hanno affiancata in questo tragico percorso personale. Una mamma appena 20enne di Civitaquana, è stata arrestata al termine di una complessa e delicata indagine ancora in corso dei Carabinieri di Penne.

 

 

La vicenda risale ai mesi scorsi ma è venuta alla luce solo oggi. L’infanticidio, secondo gli investigatori, sarebbe avvenuto tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio. La giovane è stata sottoposta a fermo il primo aprile scorso e il 3 aprile successivo la misura cautelare è stata convalidata con la contestuale applicazione della misura cautelare in carcere da parte del Gip del Tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco.

Al lavoro sul caso i Carabinieri della Stazione di Civitaquana e della Compagnia di Penne che hanno portato a delineare una vicenda, che giudicano ancora non del tutto definita, che vede protagonista P.P., con piccoli precedenti di polizia, sottoposta il primo aprile scorso a fermo di indiziato del delitto per “infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale e occultamento di cadavere”.

La ragazza, sposata con un 28enne cittadino di origine marocchina, si era separata nel corso della gravidanza. I Carabinieri della Compagnia di Penne, supportati anche da personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato di Pescara e sotto la direzione dei sostituti procuratori della repubblica Annalisa Giusti e Andrea Papalia, stanno ora esaminando le posizioni di un ginecologo della provincia di Pescara e di un infermiere in pensione, nonchè di alcune persone solitamente frequentate dalla giovane che, per caratteristiche personali e coinvolgimento più o meno diretto dei fatti, potrebbero aver prestato la propria opera per occultare l’ accaduto e con esso le tracce dell’avvenuto decesso. Le indagini sono in corso anche con il supporto del personale del Ris Carabinieri di Roma per gli accertamenti tecnici su alcuni luoghi di probabile sviluppo della vicenda. Scarsa viene definita la collaborazione da parte della giovane e delle persone vicine.

Il commento del sindaco. “La notizia ci ha sconvolti, non ce l’aspettavamo”. Reagisce cosi’ il sindaco di Civitaquana, Angelo Ciarfella, alla notizia dell’arresto di una ventenne del posto accusata di infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale e di occultamento di cadavere. Tra la fine di gennaio e meta’ febbraio, quando era al settimo o all’ottavo mese di gestazione, avrebbe abortito con la conseguente morte del neonato, poi occultato con la complicita’ di altre persone. La giovane e’ sposata con un 28enne di origine marocchina e il matrimonio e’ stato celebrato in Comune.
“Personalmente non mi ero accorto della gravidanza – prosegue il sindaco – e in paese non si sapeva dell’arresto anche se negli ultimi giorni qualche voce circolava, e oggi il caso e’ emerso attraverso la stampa”. La giovane e’ stata sottoposta a fermo il primo aprile scorso, da parte dei carabinieri della compagnia di Penne che si sono occupati delle indagini, e il 3 c’e’ stata la convalida. “Sono ragazzi – dice sempre Ciaferlla – forse hanno pensato di essere troppo giovani per avere dei figli e questo pensiero ha potuto generare quello che poi e’ stato, ma qui speriamo che tutto possa essere chiarito dalle forze dell’ordine e dalla magistratura e ci auguriamo che questa vicenda si ridimensioni, magari appurando che si sia trattato di un aborto spontaneo”. Il sindaco parla della comunita’ di Civitaquana come di una “comunita’ sana” e della ventenne come di “una ragazza come tante” appartenente a una “famiglia normale”. Quanto al degrado in cui sarebbe maturato l’infanticidio il primo cittadino dice che “questo degrado non si percepisce affatto, non appare”.

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