Pescara. Nasce nel capoluogo adriatico il primo Codice Deontologico dei dipendenti comunali, un vademecum sui diritti e doveri del dipendente pubblico.
Un codice per disciplinare al meglio il rapporto con l’utenza interna e tra colleghi, e per avere poche ma chiare regole da seguire, come il dovere alla riservatezza di atti e documenti amministrativi, l’obbligo al rispetto della privacy, il divieto categorico di accettare regali o favori, e l’obbligo a denunciare presso le Autorità competenti qualunque anomalia riscontrata sul luogo di lavoro.
“Non si tratta certamente di un documento di censura, né punitivo”, afferma il sindaco Albore Mascia, “ma piuttosto di uno strumento utile per la vita dello stesso dipendente”. “La redazione del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici – ricorda inoltre il primo cittadino – è un obbligo di legge istituito con un Decreto del Presidente della Repubblica il 16 aprile 2013.
Il Codice si sviluppa in 15 articoli, 8 pagine in tutto, valido per tutti coloro che hanno un qualsiasi rapporto di lavoro con il Comune, dunque non solo per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato, ma anche coloro che hanno contratti di lavoro flessibile, i titolari di contratti di collaborazione, o collaboratori di imprese fornitrici di beni e servizi in favore del Comune e anche tirocinanti o altri soggetti che hanno rapporti di natura formativa.
I principi che si pongono alla base dei comportamenti dei collaboratori comunali sono, fra gli altri, lo spirito di servizio, l’imparzialità, la legalità, la tutela della qualità della vita e la “responsabilità sociale nel costruire un rapporto di fiducia con i cittadini, contribuendo alla buona reputazione del Comune”. L’articolo più interessante è sicuramente il 4, quello che disciplina la materia dei ‘regali’stabilendo che “i regali ricevuti in violazione al Codice di comportamento sono consegnati immediatamente alla Direzione generale perché provveda alla loro restituzione o alla loro devoluzione ai fini istituzionali”. I collaboratori comunali possono accettare, dunque, “regali o altre utilità solo se di modico valore, ossia un valore non superiore ai 150 euro, e tale limite costituisce il tetto massimo consentito, per anno solare e per singolo collaboratore”. Se nell’anno solare i regali o altre utilità, intese anche come partecipazione gratuita a convegni, eventi sportivi o manifestazioni, dovessero superare tale limite, il collaboratore comunale dovrà mettere a disposizione dell’amministrazione quanto eccedente, e comunque mai e poi mai i collaboratori comunali possono accettare omaggi o utilità sotto forma di denaro, indipendentemente dal valore, né possono accettare incarichi di collaborazione, anche non retribuita, da soggetti privati che abbiano avuto, nel biennio precedente, un interesse economico significativo in relazione ad attività della struttura.