Pescara. La procura di Pescara ha chiuso le indagini sull’inchiesta che nel febbraio scorso ha portato al nuovo sequestro della discarica di Bussi. Gli avvisi di conclusione delle indagini sono state notificate dalla sezione di polizia giudiziaria del Corpo forestale dello Stato.
L’inchiesta dei pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini mira a far luce sulla mancata messa in sicurezza delle tre discariche imposta dal ministero dell’ambiente e volta ad impedire il contatto fra le discariche inquinanti con le falde freatiche e le acque fluviali. La vicenda conta sette indagati tra i vertici delle due societa’ che fanno capo alla Solvay. Inizialmente erano otto, ma l’avviso di conclusione delle indagini riguarda sette persone in quanto una posizione si avvia verso l’archiviazione, quella di Aloysius Michielsen, presidente di Solvay Solexis.
I terreni interessati dal provvedimento di sequestro eseguito nel febbraio scorso dai militari della Stazione Navale appartenenti al Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Pescara, e dal Corpo forestale dello Stato di Pescara e Tocco da Casauria, hanno un’estensione di circa 55.000 metri quadri. Le tre discariche erano gia’ state sequestrate nel 2007 dalla forestale di Pescara e attualmente sono oggetto di un procedimento penale davanti alla Corte d’Assise di Chieti, che conta 19 imputati, quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison, accusati di disastro ambientale e avvelenamento delle acque destinate ad uso potabile.
In merito alla chiusura della fase di indagini che hanno seguito il sequestro preventivo delle discariche a nord del sito industriale di Bussi, che vede coinvolti alcuni propri manager, Solvay ribadisce, in una nota, “la propria estraneita’ ai fatti imputati”. “I legali di Solvay – si legge nel comunicato dell’azienda – hanno preso visione degli atti processuali, a seguito della chiusura delle indagini avviate doverosamente dalla Procura di Pescara, a fronte di un’infondata e ovviamente interessata denuncia presentata da Edison, e nelle prossime ore chiederanno l’archiviazione delle accuse. Solvay non e’ minimamente responsabile dell’inquinamento pregresso e da quando e’ partita l’emergenza ambientale nel 2007 nell’area di Bussi sul Tirino, ha da subito collaborato completamente con tutti gli Enti e le forze di investigazione. Solvay – conclude la nota – e’ stata riconosciuta parte civile e non e’ imputata nel processo ambientale in corso presso la Corte di Assise di Chieti, che cita in giudizio (Mont)Edison come unico responsabile della contaminazione ambientale dell’area”.