Pescar. Ancora un rinvio,questa volta a causa dello sciopero degli avvocati, per il processo davanti al Tribunale collegiale di Pescara riguardante l’inchiesta sul cosiddetto “partito dell’acqua”.
Il sodalizio, che secondo gli inquirenti si sarebbe creato nell’ambito dell’Ato numero 4 pescarese, conta tra i 12 imputati l’ex presidente dell’Ato Giorgio D’Ambrosio, l’ex sindaco di Montesilvano (Pescara) Pasquale Cordoma, l’ex sindaco di Francavilla (Chieti) Roberto Angelucci, entrambi ex componenti del cda Ato; il professore Luigi Panzone.
La prossima udienza è stata fissata al 7 ottobre 2014. In quell’occasione saranno ascoltati i testi del pm Valentina D’Agostino. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di peculato, corruzione, abuso d’ufficio, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, distruzione di documenti, truffa ai danni dello Stato e in violazione dell’articolo 97 della Costituzione. I fatti si riferiscono al periodo tra il 2003 e il mese di dicembre 2007. Nel mirino del pm un utilizzo improprio delle risorse economiche e strutturali dell’Ato per fini propri. Il presidente D’Ambrosio, ad esempio, e’ accusato di aver usato l’auto dell’ente per assolvere ai propri impegni politici a Roma, dove si recava in qualita’ di parlamentare, con spese a totale carico dell’Ato per cio’ che riguarda benzina-telepass e numerose multe al Codice della Strada. D’Ambrosio è anche accusato di aver comprato la laurea in Economia e Management con la complicità del professore Luigi Panzone.