Pescara. Le medaglie d’Onore, nel giorno della Memoria, alla memoria di tre pescaresi internati nei lager nazisti. Di Curzio, Pizzichini e Vitullo insigniti stamani dal Prefetto D’Antuono.
Il prefetto di Pescara Vincenzo D’Antuono ha consegnato oggi, nel corso di una cerimonia a Palazzo dei marmi, le Medaglie d’ Onore conferite alla memoria di tre internati dei lager nazisti, in occasione delle celebrazioni per il giorno della memoria. Per Sante Di Curzio, internato tra il ’43 e il ’45, la medaglia e’ stata ritirata dal nipote Diego Di Curzio, al quale il Generale di Brigata Italo Giammarco, Comandante del 17° Reggimento a Sulmona dal 1984 al 1986, ha consegnato anche il mostrino giallo e nero identico a quello indossato dagli internati in guerra. Seconda medaglia d’Onore a Ornello Pizzichini, internato dal 9 settembre ’43 al 25 aprile ’45 in un lager di Berlino, e la medaglia e’ stata ritirata dalla moglie Licia Mucci e dalla figlia, la quale ha ripercorso la storia del padre, “chiamato alla leva a 19 anni e portato subito in guerra, dove fu preso dai tedeschi nel settembre del ’43 mentre si trovava a Corinto come traditore Badogliano e sottoposto ai lavori forzati, scampato alla morte miracolosamente, con indosso solo una coperta e riuscendo a raggiungere casa solo mangiando una pagnotta di pane”. Terza Medaglia d’Onore alla memoria di Mauro Vitullo, anch’egli internato in un lager di Berlino dal primo gennaio ’44 al primo aprile del ’45, medaglia ritirata dai figli Concetta e Nicola Vitullo. Infine la quarta Medaglia d’Onore e’ stata assegnata all’unica superstite dei lager, Evarista Mancini, che oggi ha ritirato direttamente a Roma, dalle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la sua medaglia d’Onore. Commentando la cerimonia il sindaco Luigi Albore Mascia sottolinea che “la celebrazione della Giornata della Memoria dev’essere sicuramente l’occasione, da rinnovare in modo costante, per riflettere, per non spegnere le luci su quello sterminio, per continuare a raccontare storie di vite distrutte, annientate, sogni mai realizzati di giovani, di madri, di figli. Compito delle Istituzioni e’ quello di tramandare quella memoria drammatica che forse rappresenta una delle pagine piu’ tristi del nostro passato”