Pescara è una delle città dove Cgil, Cisl, Uil scenderanno in piazza, sabato 14 dicembre, per protestare contro i tagli previsti nella Legge di Stabilità e per presentare e sostenere le proprie proposte di modifica del testo in discussione alla Camera dei Deputati che, a detta dei sindacati, “penalizza i pensionati e blocca la contrattazione dei lavoratori pubblici, lascia senza risorse la cassa integrazione in deroga ed i contratti di solidarietà, non indica soluzioni per gli esodati”. In vista della manifestazione, a cui dovrebbero partecipare circa 5.000 persone, i sindacati sensibilizzeranno l’opinione pubblica facendo ricorso a volantini, manifesti, striscioni e spot radiofonici per ribadire i motivi del no alla legge di stabilita’ e riassumere le proposte di Cgil, Cisl e Uil. I rappresentanti dei lavoratori ritengono che si debba dare la priorità ad una sostanziale riduzione del peso fiscale sui lavoratori, sui pensionati, e sulle imprese che investono ed assumono e chiedono che le risorse derivanti dalla evasione fiscale, dalla spending review e dalla aumento della tassazione sulle rendite finanziarie vadano automaticamente a ridurre le tasse che gravano sui lavoratori e pensionati. Insistono sulla necessità di recuperare nuove risorse per finanziare gli ammortizzatori in deroga, bloccati, anche in Abruzzo, ad agosto. Cassa integrazione e mobilità in deroga vanno tutelati, dicono, perché senza gli interventi a sostegno del reddito la situazione di migliaia di famiglie, già precaria, diverrebbe davvero drammatica.
Il corteo promosso per sabato partirà alle 10 da piazza della Repubblica (Stazione Centrale) e si snoderà per le strade cittadine fino a raggiungere piazza Sacro Cuore, dove sono previsti gli interventi conclusivi. Alle 11.30 si terrà un comizio con l’intervento di Emilia Di Nicola, per Cgil, Cisl, Uil Pescara; Roberto Campo, per le confederazioni regionali; Giuseppe Faina, per le confederazioni nazionali.
Nello specifico, i sindacati chiedono l’aumento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti e per i pensionati nel 2014; la definizione di una norma che destini automaticamente le risorse provenienti dalla evasione fiscale, dalla spending review e dalle rendite finanziarie, attraverso un sistematico aumento delle detrazioni per lavoratori e pensionati; la riapertura della contrattazione nei settori pubblici; il finanziamento della Cig e dei contratti di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni; nuove politiche industriali; l’attuazione degli investimenti; politiche sociali. “Con la manifestazione del 14 dicembre – spiega il segretario regionale Cgil Gianni Di Cesare – concludiamo una rivendicazione lunga che le organizzazioni sindacali stanno portando avanti nei confronti della finanziaria nazionale e anche verso la Regione Abruzzo”. “Il dato fondamentale che è ormai emerso anche per l’Abruzzo sulla crisi del lavoro in tutte le sue forme – ha aggiunto il sindacalista – ha bisogno di una risposta complessiva da parte delle imprese che dovrebbero investire, del governo nazionale e della Regione Abruzzo”. In Abruzzo – riferisce ancora Di Cesare – si contano 41 mila occupati in meno, mentre cresce la disoccupazione in particolare quella giovanile: “Il governo regionale”, fa notare il segretario Cgil, “sta presentando un documento di programmazione economico e finanziario vuoto, in particolare dal punto di vista del lavoro”. “Il sindacato confederale – sostiene invece Roberto Campo, segretario regionale Uil – è l’unica forza che in questo momento ha una proposta per far uscire l’Italia dalla condizione di recessione e abbassare in modo consistente le tasse ai lavoratori e pensionati per ridare loro capacita’ di consumo, far ripartire l’economia e l’occupazione. Per finanziare il taglio forte delle tasse bisogna ridurre drasticamente i costi della politica e trasformare ogni recupero di evasione fiscale in un abbassamento delle tasse”. “Il Paese”, conclude Maurizio Spina, segretario regionale Cisl, “ha bisogno di profondi cambiamenti. La finanziaria è debole, c’è bisogno di maggiore coraggio. Il sindacato è sempre stato e continua ad essere pronto ad assumersi le sue responsabilità, però , dobbiamo fare in modo che tutto ciò che si riesce a recuperare sull’evasione fiscale e sulla spending review, vada indirizzato esclusivamente al lavoro e alle imprese per far riprendere l’economia. Serve un segnale forte, l’Abruzzo non ce la fa se non riprende l’economia nazionale, la domanda interna deve essere rilanciata, con il solo export non andiamo da nessuna parte”.