Pescara, il dragaggio prosegue. Il provveditorato: con gli scavi evitata l’esondazione

porto_commerciali_dintinoPescara. Il dragaggio del porto ha evitato l’esondazione del fiume ma bisognerà scavare ancora nella darsena finché non entreranno cargo da 140 metri. Operatori commerciali e Comune, però, spingono verso la regione per l’approvazione del nuovo piano regolatore portuale.

Se gli effetti del dragaggio del porto non si vedono in superficie, dove le navi mercantili turistiche non riescono ancora a entrare, almeno sul fondale gli scavi in atto da mesi hanno prodotto risultati importanti. E’ quanto riferito dall’Arta oggi nel corso di un nuovo incontro con i rappresentanti del provveditorato interregionale alle opere Pubbliche presso la sede della Capitaneria di Porto. Dalla direzione marittima emerge che “la movimentazione del materiale già dragato dai fondali”, si legge in una nota, “ha consentito almeno di raddoppiare la sezione di deflusso delle acque, evitando per certo l’esondazione di una parte consistente dell’ondata di piena transitata attraverso il fiume, in ordine alle copiose acque riversatesi nell’ultimo periodo a seguito delle abbondanti piogge registrate in tutta la regione”. Definiti dunque “favorevoli”, gli “effetti che le operazioni di dragaggio fino ad oggi eseguite all’interno del porto canale e nella darsena commerciale stessa hanno prodotto”.

Tuttavia le parti in causa stanno vagliando “le possibili soluzioni progettuali da porre in essere per un ulteriore approfondimento rispetto alle previsioni iniziali al fine di assicurare la piena fruibilità dello scalo anche alle unità mercantili fino a 140 metri di lunghezza”. In poche parole, Arta, provveditorato e capitaneria concordano che bisogna scavare ancora per non rendere inutile un intervento fin qui costato decine di milioni di euro e per riportare a Pescara le grossi navi cargo e i traghetti turistici. Il provveditorato, quindi, “assicurano che i lavori di dragaggio continueranno con ulteriori interventi, aggiuntivi rispetto a quelli inizialmente pianificati, fino a quando non ci sarà la piena agibilità per le unità mercantili nell’ambito della darsena commerciale”.

D’INTINO: REGIONE IN RITARDO DI 10 MESI

“La Regione Abruzzo deve chiudere la procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) sul Piano regolatore portuale, consegnato agli uffici a gennaio 2013. Riteniamo che un anno di attesa, di riflessioni, di incontri e sollecitazioni sia più che sufficiente per esprimersi sulle osservazioni al Piano regolatore portuale e per riconsegnare finalmente il documento al Comune, per poi essere portato in Consiglio comunale e sottoposto all’ultimo visto dell’Autorità Marittima. Le ragioni di tanto ritardo sono onestamente incomprensibili e inconcepibili, a questo punto attendiamo l’ultima data fornita dalla stessa Regione, ossia fine dicembre, data sulla quale saremo vigili e attenti, indisponibili ad accettare ulteriori ritardi o rinvii”. Lo ha detto l’assessore alle Problematiche portuali del Comune di Pescara Antonio D’Intino al termine dell’incontro avuto con una delegazione degli operatori portuali di Pescara, ossia Gianni Leardi, Leonardo Costagliola e Marco Santori.

Da 10 mesi, infatti, la Regione traccheggia nel decidere sulla Vas per il progetto del nuovo porto, nonostante il Comune di Pescara abbia già trasmesso le osservazioni pervenute contro il Piano regolatore portuale già dallo scorso gennaio. Il decreto regionale sarebbe dovuto arrivare ad agosto, invece a Palazzo di Città lo scorso agosto è giunta una nuova comunicazione con la quale la Regione ha chiesto di predisporre una determina di presa d’atto delle controdeduzioni alle osservazioni. “Richiesta alla quale abbiamo puntualmente ottemperato”, precisa D’Intino, “e da agosto siamo in attesa di un cenno dalla stessa Regione che, a oggi, tarda ancora ad arrivare”.

 

Daniele Galli


Impostazioni privacy