Pescara. La darsena dragata arriva a 5 metri e mezzo. Il pilota del porto esorta a nuovi interventi: “Sei metri per non sprecare 20 milioni”.
Dopo il “falso allarme” lanciato per un progetto scartato, gli operatori commerciali hanno ottenuto, venerdì scorso, una nuova visionatura dei progetti di dragaggio dell’area commerciale del porto, presentati dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Tra di loro anche il pilota del porto Leonardo Costagliola, che tra le soluzioni osservate considera solo una adattabile alle necessità espresse dai portuali, ovvero una profondità di almeno 6 metri per il fondale che dovrà ospitare nuovamente navi cargo e traghetti turistici. Dalle nuove batimetrie mostrate, il fondale attuale avrebbe raggiunto quota 5,5 metri, ecco perché “tra le soluzioni visionate”, dice Costagliola, “una delle due potrebbe adattarsi, sebbene solo parzialmente, alle esigenze tecnico-nautiche del genere di navi che fanno scalo nel porto di Pescara, a condizione che il progetto stesso subisca delle modifiche riguardanti lo scavo totale della banchina di levante e l’ampliamento della profondità a meno sei metri”.
“In questo modo”, aggiunge l’addetto alle manovre nel bacino commerciale, “si permetterebbe a navi di dimensioni rilevanti di poter fare scalo in città e al tempo stesso si salverebbero le opere fatte fino ad ora, costate la bellezza di 20 milioni di euro secondo quanto dichiarato dalle autorità competenti”.
“Inoltre”, conclude Costagliola, “occorrerebbe garantire la pulizia annuale del porto, in modo da evitare di dover poi ricorrere ad interminabili e costosissime opere di dragaggio straordinario. In questo modo gli operatori portuali di Pescara sarebbero messi in condizione di sopravvivere in attesa che la Regione Abruzzo decida finalmente che posizione assumere sul Piano Regolatore Portuale di Pescara”.