Il parere espresso l’11 settembre dalla commissione regionale sulla filovia, con una favorevole valutazione di impatto ambientale al progetto di Gtm e Balfour Beatty, non ha fermato il coordinamento delle associazioni contrarie al Filò. Fin da subito, residenti, ambientalisti e disabili hanno annunciato la volontà di ricorrere al tribunale amministrativo regionale ma, dopo anni di battaglie, le risorse da spendere sono esaurite.
Due, forse addirittura tre i ricorsi che gli avvocati del Coordinamento stanno imbastendo: uno che dovrebbe essere firmato dal Wwf, legato a quelli partoriti negli anni passati, i restanti legati alle barriere dei disabili e alle altre “storture”, inammissibilità e sanatoria, contestate da chi abita nelle palazzine lungo la Strada parco. Se il primo non ha bisogno di nuove spese di registrazione, gli altri faranno sborsare fior di quattrini. Manna dal cielo, per le associazioni ricorrenti, che i legali hanno intrapreso la causa pro-bono, ma bollare i documenti per il Tar necessità di un portafogli bello gonfio.
“Noi non siamo dei ricconi e stiamo lottando con le nostre sole forse”, sottolinea Antonella Di Cecco, rappresentante dei No-Filovia, “vogliamo chiedere l’aiuto di tutta la città”, spiega, “perché, se vinceremo i ricorsi, i benefici che ne deriveranno saranno condivisi con tutti”. Così è stato lanciato un appello dalla pagina Facebook ‘Strada parco forever’, in modo da raccogliere almeno 1600 euro. “Dobbiamo coprire le spese di registrazione e di cancelleria”, ci dice ancora Antonella Di Cecco, “e solo per le fotocopie, almeno 12 copie per ogni ricorso da produrre, spenderemo centinaia di euro”.
La colletta, dunque, si raccoglie dalle pagine del social network, attraverso il passaparola: “Accettiamo anche il più piccolo aiuto”, confessa la rappresentante delle associazioni, “perché lottare è un bel sacrificio economico. Tra di noi non c’è chi vive in villa, per questo chiediamo una mano da chi ha a cuore la sorte della Strada parco”.
Daniele Galli