Pescara. Le speranze di una nuova indagine sulla scomparsa della figlia prossime ad infrangersi nuovamente, dopo 17 anni di silenzio. I genitori di Donatella Grosso si oppongono alla richiesta di archiviazione presentata lo scorso luglio dal pm Tedeschini. La famiglia contro la Procura: “Indagine lacunosa”.
Quasi 20 anni di mistero, poi la speranza di arrivare alla verità grazie alla riapertura delle indagini sulla scomprarsa della figlia. Speranza che rischia di spezzarsi in breve tempo, quella dei genitori di Donatella Grosso, la trentenne studentessa di lingue sparita da Francavilla la notte tra il 26 e il 27 luglio del 1996. Perchè dopo la riapertura del fascicolo sul caso, avvenuto il 25 marzo scorso, il Gip della procura di Pescara si accinge a richiuderlo, in seguito alla richiesta inoltrata dal procuratore aggiunto Cristina Tedeschini.
Non sono stati acquisiti elementi idonei a sostenere accuse in giudizio e indisponibilità di ulteriori spunti di indagine: questa la motivazione della nuova richiesta di archiviazione presentata lo scorso 3 luglio, contro la quale oggi si scaglia la famiglia Grosso.
I genitori della donna hanno annunciato, questa mattina in conferenza stampa, di essersi opposti alla decisione del Pm Tedeschini, ritendendo, come enunciato dall’avvocato Giacomo Fazzitta, “che appare quanto mai lacunosa, se non totalmente deficitaria, l’indagine suppletiva nella parte riguardante il completamento dell’attività tecnica di sondaggio dei terreni nella diretta disponibilità al momento dei fatti dell’ex fidanzato di Donatella”. “Si è disattesa totalmente l’ordinanza del Gip”, ha aggiunto il legale della famiglia Grosso, “procedendo”, ha concluso, “con una parziale e lacunosa indagine”