Ennesima fumata nera sul problema dei cinghiali questa mattina nella Prefettura di Pescara in occasione dell’incontro convocato dall’ Ufficio territoriale del governo per avviare, in riferimento ai danni arrecati alle colture dalla fauna selvatica, una verifica della situazione con il coinvolgimento dei soggetti interessati. Nonostante i buoni propositi e la determinazione degli intervenuti (Direzione politiche agricole Regione Abruzzo, assessorato provinciale all’Ambiente di Pescara, Corpo forestale dello stato, Atc Pescara, Coldiretti), l’incontro – afferma la Coldiretti in una nota – si è chiuso con un nulla di fatto, causato dall’ennesima assenza dei rappresentanti del Parco Nazionale del Gran Sasso e del Parco nazionale della Majella, che ancora una volta hanno disertato l’attività di concertazione rinunciando chiaramente ad impegnarsi per la soluzione di un problema diventato insostenibile. “E una situazione gravissima che denota una mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni presenti e degli agricoltori che continuano a sopportare sulle loro spalle le conseguenze di una mancata soluzione condivisa – dice il presidente di Coldiretti Pescara Chiara Ciavolich – il problema dei cinghiali è un problema che non riguarda solo gli imprenditori agricoli ma la collettività intera. In alcuni casi la presenza degli ungulati risulta essere fuori controllo e le imprese agricole sono state costrette ad abbandonare la coltivazione dei terreni. I rischi connessi alla presenza dei cinghiali sono anche di carattere sociale e sanitario – aggiunge il presidente di Coldiretti – l’assenza di interlocutori che dovrebbero essere i primi a cercare di risolvere la situazione non fa altro che aggravare una realtà che sta sfuggendo al controllo. Il problema legato ai cinghiali è infatti un problema annoso, le cui conseguenze hanno ultimamente spinto la Coldiretti ad una mobilitazione regionale per chiedere alle istituzioni competenti misure ed interventi straordinari perché le attuali norme non riescono più a garantire un sufficiente equilibrio tra agricoltura e animali selvatici”. Non più di una settimana fa dalla stessa federazione regionale era stata annunciato lo stato di allerta concretizzato con l’invio di una lettera al presidente della Regione Gianni Chiodi, al presidente del consiglio regionale Nazario Pagano e ai prefetti delle quattro provincie. “Una chiara richiesta di aiuto affinchè ognuno attuasse un personale intervento a favore della situazione – conclude Ciavolich -. Una prima risposta si era avuta dal prefetto di Pescara con la convocazione del tavolo di concertazione, ma l’assenza dei rappresentanti dei parchi ha aggravato e ritardato ancora una volta una soluzione condivisa del problema”