Ieri l’incontro saltato tra ministeri di Ambiente, Agricoltura e Lavoro per la cassa integrazione, oggi la quasi totale sconfitta riportata con la stesura della bozza per il decreto sul fermo biologico presentata stamani a Roma dal Ministero alla Cabina di regia Nazionale del fondo europeo per la pesca: la marineria di Pescara resterà ferma dal 5 agosto al 3 settembre, mentre per il resto della nostra regione, e del Paese, lo stop proseguirà fino al 15 settembre.
Alla riunione capitolina ha partecipato, in rappresentanza dell’Abruzzo, l’assessore regionale Mauro Febbo, che spiega come “il fermo biologico è stabilito su basi scientifiche e queste hanno influito sulla decisione di negare la deroga per le imbarcazioni del Porto di Pescara. In seguito alle analisi operate dai Centri di ricerca che coadiuvano il Ministero è stato ritenuto che il fermo biologico fosse incompatibile con una deroga totale anche per una sola marineria”. “Si tratta di una dispensa minima che rappresenta comunque un risultato positivo”, prosegue l’assessore alla Pesca, “anche se da tempo stavamo lavorando con grande abnegazione per ottenere una deroga integrale per le imbarcazioni del Porto di Pescara in considerazione della difficile situazione che hanno dovuto affrontare a causa del mancato dragaggio e al fatto che sono rimaste ferme per un anno. Per questo abbiamo dato parere negativo alla proposta presentata dal Ministero”.
All’insuccesso avrebbero portato le spaccature intestine al gruppo degli armatori pescaresi: una votazione dei giorni scorsi ha decretato che metà dei proprietari dei pescherecci avrebbero voluto continuare a lavorare e l’altra metà si sarebbe accontentata di star ferma e ricevere gli indennizzi relativi. “Indubbiamente, ha avuto un ruolo negativo anche questa spaccatura”, commenta Mauro Febbo, “ la marineria pescarese sul fermo non è riuscita a fare fronte comune e certe posizioni che non hanno trovato d’accordo numerose associazioni di categoria a livello nazionale. In questa situazione di incertezza con Bruxelles non certo favorevole e con una ricerca scientifica nazionale contraria”, sostiene l’assessore, “ci si è trovati davanti a un bivio: o tutti fermi o tutti in mare. Per questo si è arrivati ad una proposta per la quale tutti devono aderire al fermo tecnico”. “Tuttavia”, conclude Febbo, “invece di 42 giorni le barche di Pescara effettueranno 30 giorni di blocco dell’attività di pesca. Possiamo dire che abbiamo ottenuto il massimo del risultato con una deroga parziale”.