Mettere i radiocollari agli orsi non serve soltanto a tenere sotto controllo quelli che spesso si avvicinano ai centri abitati. Ecco il lieto fine, inteso come scopo, del monitoraggio radiocontrollato degli orsi bruni marsicani: il Parco della Majella ha reso noto che la presenza di due orsi, un maschio e una femmina radiocollarata, è stata registrata più volte dalla metà di maggio, in comportamenti tipici del periodo dell’accoppiamento. Fino ad ora non era mai stata confermata la presenza di una coppia all’esterno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Un evento significativo che, sommato alla notevole mole di dati raccolti dai tecnici e collaboratori dell’Ufficio Monitoraggio e Gestione della Biodiversità del Parco sulla presenza dell’Orso marsicano all’interno del Parco Nazionale della Majella negli ultimi anni, è indicatore di una presenza e una frequentazione del territorio protetto da parte della specie, sempre più continua e intensa nel tempo e nello spazio. Orsi avvistati, filmati e campionati geneticamente in molte aree del Parco, dal massiccio del Morrone ai Monti Pizzi, dal Monte Pizzalto a tutto il versante della Majella occidentale. I dati raccolti hanno ora permesso di rilevare la presenza contemporanea di più individui all’interno della grande area protetta, come testimoniato, fra l’altro, anche da alcuni video realizzati negli ultimi giorni. Fino a tre individui diversi.
L’annuncio è stato dato ieri a Pettorano sul Gizio, presso la sede della Riserva Naturale del Monte Genzana, dove si è tenuto il primo incontro sul monitoraggio dell’orso marsicano nel suo areale periferico, primo evento nel suo genere, dal titolo “Monitoraggio e gestione dell’orso bruno marsicano nelle aree esterne al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”. Il meeting ha accolto positivamente la novità verificata sulla Majella, che si spera possa avviare procedure virtuose nel monitoraggio di questo animale nel suo areale periferico. L’areale periferico viene definito tale in relazione a quella che si chiama “core area”, principalmente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, dove si trova la stragrande maggioranza della popolazione di orsi marsicani, stimati nel 2011 in 49, dunque a grave rischio di estinzione e quasi tutti concentrati nella core area. Secondo gli esperti, dunque, è necessario che l’orso torni ad occupare anche le zone esterne e limitrofe all’areale principale: a tal scopo sono ritenuti di fondamentale importanza i corridoi ecologici fra le aree protette. Non solo, un monitoraggio omogeneo servirebbe a sviluppare precise conoscenze della presenza dell’orso e quindi a facilitare le azioni necessarie a far si che l’animale trovi le giuste condizioni per iniziare a vivere stabilmente nelle aree esterne al Parco d’Abruzzo. A questo si dedicano, nel corso del convengo, i rappresentanti dei diversi parchi e riserve di Abruzzo, Lazio e Marche, che incrocieranno in maniera produttiva i i propri dati e le proprie modalità di monitoraggio.
Anche se la situazione di questa sottospecie unica al mondo resta fortemente critica, come testimoniano anche gli episodi di avvelenamento gravissimi avvenuti negli ultimi giorni nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il dott. Andrisano, responsabile dell’Ufficio Monitoraggio e Gestione Biodiversità del Parco Nazionale della Majella, sottolinea come le attività di monitoraggio condotte ed i dati raccolti costituiscono segnali, sicuramente positivi, di una presenza sempre più consolidata dell’orso bruno marsicano nel territorio del Parco, comunque da sempre frequentato dal plantigrado. Il Presidente del Parco Franco Iezzi ha rilevato a questo proposito come la situazione positiva in cui si trova attualmente la specie nel Parco Nazionale della Majella sia frutto anche del lavoro di salvaguardia e più in generale di gestione dell’area protetta svolto con impegno e continuità dall’Ente Parco negli anni.
fonte: Gaianews.it