Pescara. Riprenderanno il mare domani, dopo 7 mesi di cure, le prime due tartarughe curate dal progetto Net-Cet. Si attende, intanto, l’apertura dell’ospetale marino.
L’ospedale marino per la cura degli animali marini, per ora, rimane solo un progetto dell’amministrazione comunale di Pescara. Dovuta abbandonare l’ipotesi di allestirlo nel nuovo museo del mare, fermo ai blocchi di partenza tra falle strutturali e burocratiche, il Comune sta vagliando altre sedi, forte del finanziamento già erogato dalla Comunità europea per la costruzione di 15 vasche per la stabulazione di tartarughe e cetacei e una, più grande, per la riabilitazione al nuoto, oltre agli ambulatori chirurgici e radiologici. Il nodo, si spera, si scioglierà con il diallogo con Provincia e Ater, ma intanto l’opera in favore della fauna marina della costa pescarese procede.
Saranno reimmesse in mare, dopo sette mesi di cure e riabilitazione, le prime due tartarughe spiaggiate e curate grazie ai fondi europei assegnati a Pescara nell’ambito del progetto di Cooperazione Transfrontaliera Net-Cet, che vede la città dannunziana capofila di un partneriato con altre città italiane e dei Balcani. L’operazione è prevista per domani alle 17.30, prendendo il largo dal porto turistico a bordo di una motovedetta della Capitaneria di porto, così come avvenuto già un anno fa e come ci spiegarono direttamente dal motoscafo i volontari di Oltremare e il professor Vincenzo Olivieri.