Il 10 e il 12 la discussione da parte dei pubblici ministeri, il 17 giugno parleranno i difensori delle parti civili, dei responsabili civili e delle società imputate, dal 24 giugno le arringhe degli avvocati degli imputati, infine la sentenza, prevista per il prossimo 19 luglio. Il processo sulle presunte tangenti nella sanità privata abruzzese si accinge alla fase conclusiva, ma intanto nell’aula del tribunale di Pescara sono i consulenti e le prove peritali a farla da protagonisti.
Foto, ricevute, codici a barre: tutte tessere che finiscono nel puzzle da comporre. I pm hanno chiesto e ottenuto di poter produrre al tribunale di Pescara le verifiche effettuate dai carabinieri sulla documentazione acquisita alla Regione Abruzzo relativa ai tempi di percorrenza Chieti-Collellongo e alle spese di ristorazione dei due ex autisti dell’ex governatore abruzzese Ottaviano Del Turco. Si cerca, così, di ricomporre gli eventuali viaggi effettuati tra la residenza del piccolo Comune aquilano e il capoluogo teatino, dove risiede Vincenzo Angelini, ex titolare della clinica Villa Pini. Nello specifico, gli accertamenti dei carabinieri su ricevute, scontrini fiscali e fogli di viaggio, hanno evidenziato ‘anomalie’ circa gli orari dei servizi svolti dai due autisti e le relative spese allegate. A campione furono prese, tra le note spesa archiviate alla Regione, le fatture rilasciate agli autisti da due ristoranti di Tarasacco, dove i carabinieri andarono anche per sentire le testimonianze dei titolari: stando alla relazione scritta dei militari, i ristoratori hanno detto che “i due autisti il più delle volte non consumavano alcun pasto o si limitavano a consumare un piatto fugace pretendendo l’emissione di fatture di importo compreso tra i 20 e i 30 euro”. Il presidente del collegio ha anche disposto la citazione per l’udienza del prossimo 31 maggio dei carabinieri che hanno svolto le indagini e dei ristoratori della località aquilana “considerato che trattasi di istruttoria necessaria ed indispensabile per l’accertamento della verità circa l’attendibilità delle dichiarazioni rese in dibattimento dagli autisti pro tempore di Del Turco”. Tra l’esame di una prova e l’altra, l’udienza mattutina è stata intervallata con la pomeridiana da uno dei consulenti della banca Barclays, dove erano tenuti alcuni conti di Del Turco.
Poi l’audizione di un rappresentante della ditta Ballantyne, casa produttrice del giaccone che Vincenzo Angelini indossava nella foto della presunta tangente consegnata il 2 novembre 2007 a Collelongo. La giacca della discordia: la difesa ha, infatti, messo in discussione la veridicità della foto sottolineando che quel giubbino è stato messo in produzione solo dal 2011, incassando durante l’udienza di 7 giorni fa le scuse di Angelini: “Posso essermi sbagliato, d’altronde ne ho 15 di quelli”. A sgretolare definitivamente la prova è stato l’esperto della Ballantyne Umberto Bruggini, che al collegio del tribunale ha spiegato oggi dettagliatamente, partendo dall’analisi del codice a barre riportate sul cartellino contenuto all’interno del giubbino, come “Il giaccone è stato codificato e messo a sistema il gennaio 2011, prima non c ‘era. Appartiene alla stagione di vendita autunno-inverno 2011. Il modello è stato creato nel gennaio 2011 e la vendita è iniziata nel settembre dello stesso”. In particolare il giubbino acquisito agli atti è stato venduto il 14 settembre 2011 a Francavilla al Mare.