Punto e a capo: niente sulle scarpe, niente nemmeno sul telefono cellulare. Così spariscono gli indizi, praticamente gli unici, che potevano indicare la strada verso un ipotetico colpevole dell’omicidio di Nicola Bucco. Sulla scena dello sgozzamento del 14 novembre, nell’appartamento di via Leopardi che l’uomo condivideva con Vittorio Massacese, praticamente nulla è stato rinvenuto capace di portare ad un nome.
Le uniche tracce, che la polizia scientifica di Ancona ha cercato e analizzato, sono quelle sulla scarpa di Emilio Massacese, il fratello dell’uomo che ha rinvenuto il cadavere, sequestrate nelle scorse settimane, mentre più di recente era stato anche sequestrato il cellulare all’indagato. Ricerche, analisi, esami, ma risultati negativi. Su entrambi gli oggetti non sono state rinvenute risultanze di materiale biologico, in particolare sangue. Sulla calzatura, in realtà, c’era un residuo di Dna, ma non riconducibile alla vittima. Pertanto: punto e a capo.