Pescara, vertenza Aurum: tavolo negoziale al ministero. Ma la politica pretende la sua parte

20130510_104851Pescara. I deputati abruzzesi coinvolgono il ministero sulla vertenza Aurum: si auspica un tavolo negoziale. Ma la crisi occupazionale dei 25 lavoratori rischia di partorire la solita bagarre politica.

In attesa di un secondo incontro con i vertici della Illva, la Cgil bussa alla porta dei deputati abruzzesi per portare avanti la vertenza occupazionale dei 25 dipendenti della Real Aromi di Città Sant’Angelo, stabilimento che produce, tra gli altri, lo storico liquore Aurum.

Per scongiurare la decisione della multinazionale degli alcolici di Saronno di chiudere l’impianto angolano e trasferire tutto in Lombardia, il segretario della Cgil, Paolo Castellucci e il segretario della Flai Cgil, Patrik Guobadia, hanno convocato un incontro con i parlamentari Antonio Castricone e Vittoria D’Incecco del Pd, Gianni Melilla di Sel e Gianluca Vacca del M5S, che hanno deciso di “coinvolgere il Ministero dello Sviluppo Economico e quello del Lavoro”, riferiscono in una nota, “per aprire un tavolo negoziale, alla presenza delle parti sociali, degli enti locali e della Regione per individuare soluzioni condivise che tutelino l’occupazione e la presenza produttiva dell’Aurum nel nostro territorio”.

“La scelta della società di chiudere lo stabilimento di Citta’ Sant’Angelo”, prosegue la nota degli Onorevoli, “per delocalizzare a Saronno la produzione di un marchio così importante per il nostro territorio, appare grave e immotivata trattandosi di un’impresa non in crisi finanziaria e di mercato, che anzi nei primi mesi dell’anno ha incrementato del 20 per cento il proprio fatturato. Ci sembra assolutamente paradossale che un prodotto di eccellenza, legato profondamente alle radici storico culturali del nostro territorio, possa essere trasferito altrove e non invece essere valorizzato come produzione di eccellenza da sviluppare in questa zona”. L’auspicio più diffuso, anche tra i quattro, e che si riesca ” a individuare forze imprenditoriali locali disponibili e rilevare e investire sul marchio”.

TESTA: PDL TAGLIATO FUORI

Compiaciuto del lavoro intrapreso dai parlamentari è Guerino Testa, presidente di quella Provincia che con l’assessorato al Lavoro si è presa la briga di tenere il tavolo della trattativa sindacale: “Ben venga il coinvolgimento dei parlamentari”, commenta, “può senza dubbio servire a far assurgere a questa vicenda una connotazione nazionale con l’obiettivo di salvaguardare nel migliore dei modi e con tutti i mezzi un’azienda che non vogliamo affatto perdere, così come non vogliamo che i 25 addetti restino di punto in bianco senza lavoro”. Ma da lui potrebbe partire un vortiche che rischia di inghiottire l’importanza reale della vicenda, quella economico-occupazionale, nella solita e sterile bagarre politica. “In questa come in altre vertenze”, fa notare Testa, “sarebbe opportuno non fare distinzioni di casacca, nel senso che a tutela dei lavoratori è sempre bene coinvolgere i parlamentari di tutte le forze politiche, senza fare differenze o preferenze tra centrodestra e centrosinistra. Se la Cgil ha deciso appositamente di lasciare fuori il Pdl da questo tavolo non posso che scuotere il capo”, conclude il presidente della Provincia, perchè di fronte a problematiche così delicate le ideologie non esistono e bisogna, anzi, auspicare e perseguire grande compattezza e unità di intenti”.

Se squote la testa lui, figuriamoci quelle 25 persone che, da giugno, rischiano di rimanere senza uno stipendio.

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