Pescara. E’ la convocazione di un’apposita seduta del consiglio comunale a riportare all’attenzione la polemica sulla “censura” da parte del sindaco alla direttrice della scuola in cui il 25 aprile i bambini avrebbero cantato Bella ciao. Ma soprattutto la risposta della dirigente a Mascia: “Non esiste la mamma della lettera di protesta”.
Quasi un mese dopo il 25 aprile, la polemica su quanto accaduto alla scuola ’11 Febbraio 1944’ torna nuovamente in auge. Il presidente del Consiglio comunale ha convocato per il prossimo venerdì 24 maggio alle ore 16,30 un’apposita seduta dell’assise civica, richiesta da Maurizio Acerbo di Rifondazione insieme agli altri consiglieri dell’opposizione, “per esprimere la solidarietà”, spiega Acerbo, “alla scuola oggetto di una polemica manifestamente infondata da parte del Sindaco Luigi Albore Mascia”.
E nel dare l’annuncio, il consigliere comunale e regionale fornisce anche la nota della dirigente scolastica, inviata per risposta al sindaco che l’aveva bacchettata per aver fatto cantare agli alunni “una versione riveduta e da karaoke” dell’Inno d’Italia e aver fatto intonare “canzoni politicamente connotate” come Bella ciao.
La pubblichiamo integralmente, affinché ognuno possa farsi la propria idea. Ma sarebbe ipocrita non evidenziare il passaggio più significativo della querelle, quello relativo alla presunta madre di un presunto alunno che avrebbe inviato al quotidiano Il Centro una presunta lettera di protesta per quanto accaduto durante la manifestazione: “La signora Pina Graziosi”, scrive la preside Assunta D’Emilio a Mascia, “non è genitrice di alcun alunno della mia scuola, il suo nome non compare infatti nell’anagrafe dei genitori dell’istituto comprensivo Pescara 7”.