Il centro di Pescara bloccato durante la mattinata per la manifestazione di protesta promossa dalla Cgil e dallo Spi Cgil insieme a diverse associazioni contro i tagli al sociale. Un corteo che ha preso due connotazioni e due denominazioni, ma entrambe colpevolizzano la Regione Abruzzo. ‘Diritti Negati’ è il nome scelto dalle associazioni dei disabili, ‘Disperati ma non rassegnati’ quello adottato dai sindacati. Centinaia di persone, con bandiere e striscioni, molti in carrozzina, hanno sfilato da piazza Italia su tutto corso Vittorio Emanuele fino ad assediare l’esterno del palazzo regionale in viale Bovio, noncuranti della pioggia e dritti verso lo scopo corale: urlare contro Gianni Chiodi tutta la loro rabbia.
Vari ma univoci i messaggi che gli organizzatori vogliono lanciare ai governanti: “Diciamo basta ai soprusi della politica”, quella politica che ha tagliato qualsiasi assitenza ai più deboli, disabili e anziani. Tra cori, musica e fischietti, i manifestanti urlano “Basta alla macelleria sociale”.”La nostra dignità è offesa ogni giorno”, hanno spiegato, “l’Italia destina al sociale meno fondi della Romania, i Comuni non ricevono fondi dalla Regione”. Protesta assecondata anche da vari sindaci, che con la piazza intera urlano contro la sede della Regione:”Mandiamo a casa gli assassini del sociale”.
“Basta tagli alle spese sociali, basta con le politiche di smantellamento dello Stato Sociale”: a rotazione gli slogan sono stati scanditi da coloro che patiscono gli effetti del risparmio sull’assistena: le persone con disabilità, gli anziani non autosufficienti, i pensionati, le associazioni delle famiglie, i lavoratori e le lavoratrici della cooperazione sociale sono arrivati da tutto L’abruzzo per far esplodere l’allarme: “I tagli del Governo”, si legge in una nota congiunta dei promotori dell’iniziativa, “il debito di circa 25 milioni di euro della Regione Abruzzo verso gli Ambiti Sociali, oltre alla riduzione del 30% delle risorse del Fondo Sociale Regionale per i Piani di Zona, stanno letteralmente distruggendo il Terzo Settore e abbandonando al loro destino migliaia di persone anziani, minori e disabili. È necessario quindi cambiare rotta, con la Regione e gli Enti Locali che devono adottare misure, ordinarie e straordinarie, per contenere e contrastare il crescente disagio e l’impoverimento delle famiglie”.
Tra le richieste più urgenti, vengono sottolineati in particolare “il pagamento in tempi certi delle somme stanziate e rendicontate dai Comuni e dagli Enti d’Ambito per il 2011 e per il 2012, l’estensione e il potenziamento dei servizi di riabilitazione, il rifinanziamento del servizio di assistenza psico-educativa, lo stanziamento di risorse adeguate per la non autosufficienza e per un’effettiva azione di inclusione e integrazione sociale, l’attivazione del finanziamento della Legge sulla Vita Indipendente, il ripristino dei fondi sulla Legge Nazionale 13/89 per l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’applicazione della Legge Regionale 1/08 per il rispetto delle norme sulle barriere architettoniche nei lavori pubblici”.
A promuovere la grossa manifestazione sono stati, insieme alla Cgil di Pescara, allo Sindacato Pensionati Italiano regionale e alla Funzione Pubblica Cgil, le associazioni Abbattiamo le Barriere, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili Pescara, Carrozzine Determinate Abruzzo, Cosma, Diversuguali, Futuro, Movimento per la Vita Indipendente Abruzzo, Percorsi, SottoSopra e Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.