Numerosi e diffusi i canali e gli scarichi che attingono e sporcano il Fosso Vallelunga nel suo breve tratto di 3 chilometri. Dalle sorgenti sul colle di San Silvestro alla foce sulla spiaggia di Pescara Sud. Varie volte, infatti, quel tratto di mare è stato dichiarato non balneabile. Eppure il Wwf è riuscito a dimostrare come la forza della natura ha battuto le insidie della civiltà.
Un dossier redatto da Mario Cipollone, Augusto De Sanctis e Chiara Rizzi riporta la presenza di alcune specie vegetali e faunistiche di pregio e protette che nonostante tutto popolano ancora quel luogo della città. Tra queste la Lenticchia d’Acqua e la Salcerella per le piante e il Fratino e il Rospo smeraldino tra gli animali.
Il fosso Vallelunga, pur fortemente antropizzato, conserva quindi alcuni elementi di peculiarità ambientali da tutelare in ambito urbano ma, soprattutto, continua a svolgere un ruolo fondamentale da un punto di vista ecologico. Infatti, la presenza di una vegetazione spontanea, anche sommersa, composta da specie autoctone mitiga i gravi problemi collegati agli scarichi fognari incontrollati attraverso un’azione di vera e propria fitodepurazione. Inoltre la foce del Vallelunga è molto importante per la riproduzione di diverse specie di pesci. La stessa vegetazione che cresce tra le dune (che sulla costa di Pescara sorgono solo in questo tratto) potrebbe avere un ruolo importante nella difesa della spiaggia dall’erosione.
La forza naturale, dunque, potrebbe essere sfruttata per aiutare l’uomo a rimediare ai propri danni. Sono 13 le proposte riportate dal Wwf per salvaguardare le caratteristiche naturali e recuperare la zona dal degrado, che domani verranno presentate all’assessore all’Ambiente Del Trecco: il mantenimento della vegetazione spontanea e l’asportazione periodica a mano delle alghe filamentose (che proliferano anche a causa della cementificazione e dell’assenza di piante arboree sulle sponde che con l’ombra limitano la crescita delle alghe), la lotta biologica per limitare la presenza delle zanzare. “Ovviamente”, spiega una nota del Wwf, “bisogna in primis intervenire sulla qualità degli scarichi con problemi che si ripresentano periodicamente. Contestualmente si può predisporre una sistemazione dell’area della foce con passerelle, cartellonistica didattica e un ponticello per far attraversare il corso d’acqua dai fruitori della spiaggia. In prospettiva”, conclude la nota, “nel medio e lungo termine, il vero obiettivo è quello di rivitalizzare le sponde togliendo il cemento che in larga parte ha creato i problemi lamentati dai residenti.