Pescara. La Banca d’Italia lascia il capoluogo adriatico: dopo Chieti e Teramo, chiude anche la filiale pescarese. Cgil allerta: “L’utenza locale abbandonata dai servizi”.
Prima Chieti e Teramo, ora anche Pescara. Anche la sede pescarese diventa vittima della riorganizzazione della rete periferica della Banca d’Italia, che entro il 2015 porterà alla chiusura di 29 realtà territoriali dell’istituto bancario più importante del Paese. L’allarme viene lanciato dalla Fisac/Cgil, dopo che ai vari rappresentanti sindacali aziendali è stato sottoposto il progetto riorganizzativo 2014-2015.
“Tra queste chiusure”, si legge in una nota della Fisac, “sarà inserita la filiale di Pescara, un’ennesima chiusura sul territorio abruzzese dopo quelle di Chieti e Teramo, e non si esclude un’eventuale riorganizzazione anche della Filiale de l’Aquila. L’abbandono del territorio”, prosegue il sindacato della Cgil, “sta determinando la perdita secca di servizi richiesti dall’utenza locale. In altri la sostituzione con prestazioni fornite a pagamento da operatori privati con aumento dei costi per le aziende. In altri ancora, con il venir meno di una qualificata presenza pubblica, l’affievolimento dei presidi di legalità”.
Secca, infine, la critica contro l’attuale dirigenza di BankItalia: “Viene messo in discussione l’assetto della rete territoriale voluto dall’ex Governatore Draghi e in più riprese sostenuto dall’attuale vertice dell’Istituto che aveva quale obiettivo la crescita quali-quantitativa dei servizi offerti alla collettività”, conclude la Fisac-Cgil Abruzzo.