Pescara. Sparatoria nel pomeriggio a villaggio Alcione: un motociclista a volto coperto ha sparato 4 colpi contro un 40enne che camminava su viale Primo Vere. Solo un colpo ha raggiunto Fabrizio Grimani.
In pieno giorno, davanti ad un bar, a pochi passi da un edicola e dalla fermata dell’autobus. Di fronte lo stabilimento balneare Le Nereidi, che in questi giorni sta attrezzando la spiaggia per la stagione estiva. Ma, gravità maggiore, tra le case e lungo la strada. A confermare che di agguato in piena regola, quello perpetrato oggi pomeriggio davanti al Bar Alcione, all’angolo tra via Primo Vere e il lungomare di Pescara Sud, ci sono il casco e il passamontagna che coprivano il volto di quella persona che, alle 16:15 circa, si è avvicinata a Fabrizio Grimani e gli ha sparato contro quattro colpi.
Solo uno ha colpito di striscio alla sinistra il 40enne, con un passato che lo rende noto alle forze dell’ordine, che abita proprio in zona. A soccorrerlo è intervenuta l’ambulanza della Misericordia, che lo ha trasportato al pronto soccorso, dove in breve è uscito con una medicazione e una prognosi di 25 giorni. Ora dovrà essere lui a spiegare a Pierfrancesco Muriana, capo della squadra mobile che sta guidando le indagini, perchè quella motocicletta gli si è avvicinato, gli ha sparato ed è scappata.
I residenti di Villaggio Alcione sono abituati da sempre all’agitazione. Chi abita nel rione al confine con Francavilla, uno di quelli considerati ‘caldi’, un misto tra vecchie case Ina e nuova urbanizzazione, di sonni tranquilli e pomeriggio in pace non ne passa mai due di seguito. Liti in strada, risse e talvolta episodi più accesi sono quasi all’ordine del giorno. Eppure, anche chi ci ha fatto il callo rimane sconvolto se rincasa e si ritrova la polizia scientifica china dinanzi al cancello di casa a cerchiare con il gesso tre bossoli di proiettile, e il nasto segnaletico annodato tra il muretto del solito angolo al civico 84 e la seggiola d’alluminio del bar dove la mattina prende il caffè. “Paura, silenzio e sgomento”: così un residente di via Primo Vere descrive lo scenario post-sparatoria. “Sono rientrato a prendere mia figlia alle 16:30 e mi sono trovato davanti divise e poliziotti in borghese”, racconta l’uomo ancora scosso. “Ciò che più sconvolge è che anche i vicini con i quali chiacchieri ogni giorno, ora hanno paura a parlare e a spiegare che è successo”, continua incredulo, “non fanno una parola, mi hanno solo detto che hanno gambizzato una persona”. “Fabrizio, si, lo conosco come uno del quartiere, non mi pare che sia legato a brutti giri però, poi qui ognuno si fa i fatti suoi”: il 40enne rimasto ferito dall’unico proiettile della pistola (automatica o semiautomatica) del motociclista camuffato è ben conosciuto al ‘Villaggio’, ma si può facilmente prevedere che le testimonianze tra i residenti saranno difficili da raccogliere per Muriana e i suoi uomini.
“L’agitazione è palbabile”: commenta ancora l’abitante di via Primo Vere. Dar torto a lui e ai tanti vicini di casa che si sono assiepati dopo gli spari rimane quasi impossibile. Chi vede un pugno di bossoli stesi sull’asfalto non può fare a meno di chiedersi su quale porta o finestra, tra le tante raccolte nel raggio di pochi metri, siano andati a conficcarsi le ogive.
Daniele Galli