Pescara. Anche l’assessore regionale alla Pesca prossimo a gettare la spugna per la crisi legata al mancato dragaggio. L’annuncio di resa oggi riferito alla marineria: “Se non iniziano i lavori preparatevi alla miseria”. A rischio indenità, finanziamenti e fondi governativi. I pescatori vogliono certezze: “Fuori le date o blocchiamo la città”.
L’inchiesta sull’appalto del dragaggio appaltato nel 2011 ha avuto l’effetto di un sasso nello stagno: ha sollevato tanta acqua torbida e ha allargato concentricamente i guai legati ad una situazione che da oltre 400 giorni tiene il porto chiuso e la marineria bloccata senza poter lavorare. Se il nuovo appalto, assegnato dopo il blocco del precedente cantiere, aveva finora stentato a decollare e di dragaggio vero e proprio non si è ancora visto niente, ora la zavorra burocratica pare ancor più pesante e non si riesce a capire quando partiranno i lavori, dove si potrà andare a scaricare sabbie e fanghi inquinati e quando i pescherecci potranno tornare in mare. Tutto ciò si ripercuote su altri, pesanti interrogativi di natura economica. Tutto ciò ha indotto anche una figura istituzionale, pertanto ottimistica per natura, come l’assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo, a proferire parole di pronta resa.
“Sono seriamente e fortemente preoccupato”, ha detto questa mattina nel corso di un incontro con Francesco Scordella, Mimmo Grosso, Giovanni Verzulli e altri rappresentanti della marineria pescarese presso gli uffici regionali della Direzione pesca, “visto lo stallo in cui versano ancora i lavori di dragaggio ormai diventati vitali e improcrastinabili” L’attività di pesca, oggi azzerata, è ridotta a livelli economicamente insostenibili”, afferma Febbo, “e se le imbarcazioni non tornano in mare entro il 30 aprile, si corre il serio rischio di imbattersi in un’infrazione da parte della Commissione Europea e non ci si vedrà riconoscere il prolungamento straordinario del fermo pesca. Inoltre, ancora più grave, al danno potrebbe aggiungersi la beffa: questa situazione di stallo potrebbe provocare il mancato sblocco dei 3 milioni di euro stanziati dal Governo. Inoltre”, prosegue l’assessore, “se non vengono effettuati immediatamente i lavori al porto canale verranno meno tutti gli sforzi e i finanziamenti messi in campo da Regione, Governo e Unione europea. Non solo, se gli armatori hanno avuto degli indennizzi, al contempo vi sono centinaia di famiglie di lavoratori del mare che non hanno potuto usufruire di nessun sostentamento aggravando così una situazione economica a dir poco drammatica, anzi direi quasi vicina alla miseria”.
Parole durissime, che riaccendono gli animi belligeranti di una marineria rimasta fin troppo composta nelle ultime settimane. Se la collaborazione con Provincia e Regione rimane salda, gli armatori hanno avuto e continuano ad avere il mirino puntato sul provveditore interregionale alle opere pubbliche: “Vogliamo sapere da Donato Carlea”, ha detto Grosso dopo aver ascoltato Febbo, “quando prenderanno il via i lavori, quando potremo tornare in mare e se c’e’ la possibilità per noi di beneficiare dei tre milioni previsti nel decreto sviluppo. Attendiamo di sapere anche se dovremo osservare il fermo pesca biologico nel 2013 e se potremo beneficiare della cassa integrazione anche nel 2013 o, in alternativa, se le istituzioni saranno in grado di assicurarci altre indennità”. Affermazioni che non velano abbastanza la minaccia legata alle speranze infrante: “Tra l’altro non potremo tornare in mare il 14 aprile, come era nelle nostre intenzioni”, aggiunge il rappresentante dell’Associazione armatori Pescara, “altrimenti rischiamo di far decadere i requisiti necessari ad ottenere i benefici che ci sono già stati annunciati. Ora vogliamo tutte le risposte, stiamo convocando una riunione per venerdì pomeriggio in Provincia con tutte le istituzioni interessate. Se le risposte non arriveranno”, rimarca Grosso, “andremo direttamente in Procura e se i soggetti invitati non si presenteranno ci sposteremo sull’asse attrezzato e bloccheremo Pescara”.
Alla minacciosa promessa risponde, anch’esso laconico, Febbo: “Oggi l’unica misura da adottare immediatamente è lo sblocco dei lavori di dragaggio per evitare che centinaia di operatori restino ancora fermi senza riuscire a portare avanti la propria attività economica e provocando danni irrimediabili. Nei prossimi giorni, chiederò formalmente a Carlea, al comandante Capitaneria di Pescara e all’impresa appaltatrice dei lavori di dragaggio, date certe e improcrastinabili sui lavori e sull’effettiva situazione”.