Come sulle onde di una tempesta, ormai i marinai del porto pescarese sono abituati a navigare ondivaghi tra le notizie, positive anzichenò, che da oltre un anno si infrangono quotidianamente sulla drammatica inattività a loro imposta dal mancato dragaggio. La buona novella di oggi gli giunge dall’incontro avuto dal presidente della Provincia Testa con i rappresentanti della Caripe De Amicis e De Simone e con il rappresentante dell’Inps Valentino D’Aloisio. Nei prossimi giorni la Caripe anticiperà alla marineria le ultime tre mensilità del 2012 relative alla cassa integrazione in deroga che non sono state ancora erogate dall’Inps: questo l’annuncio che i pescatori dipendenti aspettavano da tempo. “Ho sollecitato questo appuntamento”, spiega Testa, “perché l’Inps ha temporaneamente sospeso a livello nazionale i pagamenti relativi alla cassa integrazione in deroga per il comparto della pesca, essendo già stato utilizzato tutto il plafond disponibile. Con grande senso di responsabilità”, prosegue l’ex commissario al draggaggio, “la Caripe ha comunque confermato che anticiperà in tempi brevi le somme a quegli armatori e pescatori che non hanno ancora percepito dall’Istituto di previdenza le ultime tre mensilità del 2012 (ottobre – dicembre). Ora – conclude Testa – siamo in attesa del decreto ministeriale di assegnazione delle risorse per l’anno 2013 (30 milioni di euro per l’intero Paese) per il riconoscimento della cassa integrazione guadagni per questo settore, come previsto dalla legge di stabilità. Ci sono in ogni caso delle aspettative favorevoli per continuare a sostenere la marineria anche per l’anno in corso”.
Dal bello al brutto. Ieri la Sidra, ditta vincitrice dell’appalto da 200mila metri cubi, ha terminato ufficialmente lo spostamento di 25mila metri cubi di sabbia all’interno dell’avamporto, lavoro teoricamente utile a formare una canaletta di uscita ed entrata ai pescherecci, che dopo Pasqua dovrebbero lasciare il molo nel canale e sistemarsi “a pacchetto” sulla banchina sud oltre il Ponte del Mare. La riunione pomeridiana in Capitaneria, con i rappresentanti di provveditorato e Sidra, ha prodotto una nuova tempistica: inizio dragaggio del canale (poiché nella darsena il fondale risulterebbe ora da trattare e non direttamente utilizzabile per il rinascimento) tra il 22 e il 27 aprile, secondo quanto riferito dagli armatori che hanno partecipato al vertice. Quanto scavato andrebbe a finire nella vasca di colmata, che dal 2 aprile inizierà ad essere impermeabilizzata. Contemporaneamente, dicono ancora gli armatori, si partirà a costruire 5 vasche da 2000m cubi ciascuna per ulteriori trattamenti. Il tutto da compiere in 25 giorni al massimo.
Stamattina, invece, il collaudo in avamporto, dove il motopeschereccio Cuore di Gesù, con Fausto Scordella al timone e gli uomini della direzione marittima a supervisionare le manovre, ha percorso la canaletta scavata dal motopontone della Sidra per verificarne la sicurezza, partendo proprio dal Ponte del Mare. L’uscita dal porto è andata a buon fine, ma non trova riscontro nel giudizio dei marittimi che hanno assistito dalla banchina del molo guardiano. Barca senza carico in stiva, senza carburante nei serbatoi e senza equipaggio a bordo, quindi più leggera rispetto ad un viaggio di lavoro, ma comunque in difficoltà a navigare: questa la prima osservazione critica. Il canale, secondo Mimmo Grosso dell’Associazione armatori Pescara, è risultato pericoloso da attraversare, inoltre sarebbe inadeguato l’attraversamento della canaletta da due pescherecci in contemporanea, che potrebbero incrociarsi data la scarsa larghezza della corsia ricavata, tutto più complicato in condizioni meteo avverse. “Si spegne così il piccolo bagliore intravisto nei giorni passati”, commenta Grosso, “ora non rimane che attendere la draga e lo scavo tanto atteso del fiume Pescara”. A farli meditare sul possibile non ritorno in mare, ci sono anche le mancate garanzie sulla sicurezza, tante le richieste non esaudite che farebbero naufragare il ritorno in mare dal 14 aprile, come prospettato. L’assicurazione sui rischi relativi all’approdo alla banchina “provvisoria” e l’allestimento di torrette per il rifornimento di gasolio, acqua ed elettricità: non è stato fatto niente dalle istituzioni coinvolte. L’ultima stangata arriva da Bruxelles: il ritorno in mare prima dell’inizio del dragaggio potrebbe indurre l’Unione europea a negare l’ok sui 3 milioni di ristoro destinati alla marineria pescarese dal Decreto Sviluppo: in Europa potrebbero giudicare mancato il disagio per la categoria che, senza rimborsi necessari a pagare i fornitori alla finestra da mesi e mesi, andrebbe dritta verso il fallimento. Garanzie? Niente anche qui. E allora che fare? Tornare o non tornare a lavorare?
WWF: TRASPARENZA SUI DOCUMENTI.
Parla di trasparenza, e ne ha ben donde, il Wwf Abruzzo, in merito ad una questione da sempre oscura, che nelle ultime ore di evoluzioni giudiziarie attira ulteriori nebbie attorno ad essa. Secondo l’associazione ambientalista è “necessario pubblicare tutti i documenti di gara, le analisi e l’eventuale corrispondenza tra le parti intervenute (enti, ditte ecc.), ivi compresa quella relativa alla qualità dei sedimenti e ai vari trattamenti a cui devono essere assoggettati o meno e la destinazione finale degli stessi. Il Wwf non comprende, ad esempio, “come nello Studio preliminare ambientale del programma di Soil Washing”, si legge in una nota, “presentato dalla Sidra alla Regione Abruzzo per la Verifica di Assoggettabilità, attualmente nella fase di osservazioni si dichiari che l’impianto dovrà trattare con il Soil Washing un quantitativo massimo di 60mila metri cubi di sedimenti”. Si ricordano le parole del sottosegretario Improta pronunciate il 6 marzo scorso: “L’8 marzo ci sarà la conferenza dei servizi per stabilire il piano per il ripascimento, che dovrà essere soggetto alla Valutazione d’impatto ambientale, il quale prevede di destinare 50mila metri cubi di sabbia a Pescara, 40mila a Ortona e 30mila a Martinsicuro. La parte restante dei materiali dragati, circa 70mila metri cubi, dovrà essere trattata dalle vasche di soil washing”. “In merito a queste dichiarazioni”, commenta il Wwf, “sarebbe importante fare chiarezza su analisi, quantità e destinazioni dei materiali e programma dei lavori perché non si comprende come si sia stabilito un quantitativo da sottoporre a trattamento così basso quando le nuove analisi dovevano ancora essere consegnate, anche perché inizialmente, ci risulta che in fase di gara, sulla base delle analisi Arta più recenti (quelle non contestate) una buona parte dei 200mila metri cubi di sedimenti era stata valutata come incompatibile con un ripascimento ed era stata classificata come di tipo B (da destinarsi a discarica, trattamento o cassa di colmata.
Lo stesso 6 marzo, poi, anche il presidente della Regione Chiodi si sbilanciava in previsioni che ora risultano azzardate: “Alla conferenza di servizi”, diceva Chiodi, “parteciparanno Regione, Provveditorato delle Opere Pubbliche ed i tre Comuni interessati ma il piano di ripascimento dovrà essere sottoposto a VIA (valutazione di impatto ambientale) che si dovrebbe concludere entro il 29 marzo. Il materiale restante, che poi è quello soggetto al Soil Washing, potrà essere lavorato in tempi più lunghi a causa della procedura ad evidenza pubblica che si chiuderà il prossimo 27 aprile”. “Ora”, spiega in dettaglio il Wwf, “la procedura di Via dura, solo per la fase pubblica delle osservazioni, 60 giorni e, quindi, non si comprende come un piano di ripascimento solo prospettato il 6 marzo poteva concludere la fase di Via in soli 23 giorni il 29 marzo”.
“Solo la pubblicazione dei documenti”, ribadisce l’associazione ecologista, “potrà sgombrare ogni dubbio e rendere finalmente possibile l’auspicato, necessario e urgente dragaggio”.