Pescara. Meno di un terzo le aziende che hanno assunto lavoratori diversamente abili. Poco confortanti i dati del Silus: poco applicata la legge 68.
Al 31 dicembre 2012 su 150 aziende della provincia di Pescara 45 hanno proceduto all’assunzione dei lavoratori diversamente abili, 37 hanno inoltrato al Silus richieste di sospensioni per mobilità o cassa integrazione, e 5 hanno richiesto l’esonero per mancanza di figure altamente specializzate. Le aziende autorizzate all’esonero parziale devono di fatto versare un contributo al fondo regionale per l’occupazione dei disabili pari a 30,64 euro per ogni giorno lavorativo e per ogni lavoratore non occupato. Sono i dati forniti dal direttore del Silus Adelina Pietroleonardo invitata in Commissione politiche sociali della Provincia di Pescara dal vicepresidente Camillo Savini che, dopo un primo incontro con l’Anmic, è tornato sulla questione dell’inserimento lavorativo dei disabili.
“Ho voluto questo incontro – spiega Savini – per avere dei dati concreti sulle aziende che devono applicare la legge 68/99 che stabilisce l’obbligatorietà dell’assorbimento del lavoratore invalido nella struttura produttiva. Purtroppo il dato negativo che emerge è che a causa della crisi molte aziende sono costrette a ritardare l’ingresso dei diversamente abili nel mondo del lavoro. In tempi di recessione, la formazione è il miglior ammortizzatore sociale: chiedo quindi al settore lavoro di promuovere sempre più corsi di formazione per le persone invalide al fine di agevolare la loro entrata nell’ambito lavorativo. Infine sarebbe opportuno che la commissione che attesta l’invalidità dei disabili stabilisca contemporaneamente anche la residua capacità lavorativa del disabile per accelerare i tempi di inserimento nel mondo del lavoro”. L’auspicio di Savini infine è che Anmic e Silus facciano rete in modo che il pubblico si integri con l’associazione e viceversa per i lavoratori invalidi che devono avviarsi ad un’attività lavorativa.