A ricordare i fatti di cui si è reso responsabile è il personale della Mobile, diretto da Pierfrancesco Muriana. Il 2 settembre 2008 Insolia, all’epoca ventunenne ma già con una carriera criminale alle spalle, esplose due colpi di pistola insieme ad un complice contro la vetrina di una lavanderia nel quartiere Portanuova di Pescara. Un gesto dovuto al fatto che i proprietari dell’attività, poco prima, lo avevano interrotto mentre pestava la sua fidanzata per un banale litigio.
“Adesso torno e vi faccio vedere”, aveva minacciato Insolia allontanandosi da lì. Oggi deve scontare un residuo dei quattro anni di reclusione a cui era stato condannato per quella vicenda. Insolia è nato e cresciuto nel rione di “Fontanelle” insieme ai fratelli, come lui quasi tutti già noti alle forze dell’ordine. A sedici anni ha iniziato la sua carriera criminale – dicono dalla polizia – con piccoli furti e la rapina di un portafoglio ai danni di un coetaneo e via via ha stretto legami con le famiglie rom dei Ciarelli e degli Spinelli, ma anche con esponenti del mondo ultras del Pescara ed è stato indagato un paio di volte anche per reati collegati al mondo della droga tanto da guadagnarsi, nel giro di pochi anni, lo “status” di sorvegliato speciale. Poi c’è stato l’assalto alla lavanderia da parte del giovane, che viene dipinto da chi lo conosce come un tipo “violento, irascibile e prepotente”. L’ultima denuncia nei suoi confronti è arrivata da due attiviste dell’Associazione “Insieme per Fontanelle”, una delle quali disabile, che vivono nello stesso palazzo di Insolia, in via Caduti per Servizio e lo hanno segnalato per stalking. La Mobile evidenzia poi che quello di Insolia è solo l’ultimo di una serie di arresti effettuati in questo rione.