Pescara. Il giorno della verità sui ritardi del dragaggio: domani pomeriggio torna il sottosegretario alle Infrastrutture Improta a spiegare alla marineria perché, dopo un mese della consegna, i lavori per lo scavo di 200mila metri cubi di sabbia dal porto non sono ancora iniziati. Intanto l’Arta conferma le parole di Chiodi: mancano le analisi della Sidra.
Perché il dragaggio non parte, seppur siano passati oltre 30 giorni dall’aggiudicazione dei lavori da parte del provveditorato alle Opere pubbliche alla Sidra, ditta leader europeo nel settore che ha vinto l’appalto da 10 milioni di euro? Non è bastato il presidente della Regione Chiodi a fare chiarezza, invocato a Pescara mercoledì scorso dalla marineria. Per questo domani pomeriggio nella città del porto misterioso torna Guido Improta, sottosegretario uscente al ministero delle Infrastrutture, organo che ha indetto l’intervento. Quali siano le ripercussioni negative sul comparto pesca è ben noto: se non sono bastati mesi e mesi di manifestazioni dei pescatori, basterà ricordare che solo ieri due imbarcazioni sono rimaste incagliate proprio nel tratto di fondale dove la Sidra sta effettuando da una settimana uno “scavetto” da 25mila metri cubi per permettere, solo in teoria, ai pescherecci di riprendere il mare. Non è chiaro, invece, perché la Sidra non ha risposto “presente” all’appello della settimana scorsa. Forse perché non aveva fatto i compiti: mancano ancora, infatti, i risultati delle analisi sui prelievi effettuati sul fondale del canale e della darsena commerciale. E questo è l’arcano, che si ripete proprio come è stato per il dragaggio di fine 2011, bloccato dalla procura aquilana per la presunta presenza del Ddt nei fanghi scavati.
“La caratterizzazione è stata effettuata per 3 campionature”, ha spiegato già Chiodi, “una è stata consegnata all’Arta, una alla Sidra, e una si conserva per riserva. L’Arta ha già disponibili i risultati per confrontarli con la Sidra, e se i risultati non saranno difformi si potrà cominciare a scavare”. Ovvero, se i risultati forniti dai laboratori diranno entrambi che i materiali non sono inquinati, quindi non sarà difficile smaltirli. “Ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto gli esiti delle analisi dei sedimenti portuali fatte effettuare dalla Sidra sui campioni che le sono stati assegnati secondo le disposizioni del Ministero delle Infrastrutture”, rilancia Mario Amicone, direttore generale dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale, “solo confrontando i risultati analitici della ditta privata con i propri l’Arta potrà validarli”, conferma, “e fatti salvi gli altri adempimenti previsti”, conclude Amicone, “il dragaggio del porto di Pescara potrà finalmente essere avviato”. Ma perché la Sidra, che ha portato settimane fa a Pescara i suoi tecnici per effettuare tutte le operazioni di pre-dragaggio, proprio per accelerare i lavori, non ha ancora consegnato i risultati? Lo dirà domani alle 16, nei locali della Provincia, il sottosegretario Improta. Almeno si spera. Così come si spera che stavolta l’ingenere Marconi, direttore dei lavori per la Sidra, si presenti all’incontro con le tabelle analitiche in mano.
INCONTRO RISTRETTO: MARINERIA SUL PIEDE DI GUERRA
L’incontro con il sottosegretario Improta non è neanche iniziato e già sorgono problemi. E’ Mimmo Grosso, rappresentante dell’Associazione armatori Pescara, a riferire di aver ricevuto comunicazioni circa pesanti restrizioni per partecipare al vertice di domani alle 16:00. “L’incontro previsto con la marineria domani ore 16.00 nella sala consiliare della Provincia di Pescarasi”, spiega indignato, “è stato spostato in Prefettura e si svolgerà al cospetto dei pescatori, bensì con una delegazione composta da soli 4 rappresentanti di categoria”. “Una situazione inaccettabile questa”, commenta con sdegno l’armatore, “dopo le bugiarde promesse , dopo le false affermazioni da parte del Provveditorato e della Sidra o l’incontro si farà con tutti i pescatori oppure la diserteremo”.
Pronti, dunque, a ritirare la promessa di allinearsi alla civile burocrazia, lungaggini comprese. Non per presunzione, bensì per fiducia non ripagata: “Domani mattina valuteremo senza escludere una manifestazione proprio per protestare contro questa decisione”, prosegue Grosso, “tutti i pescatori hanno il sacrosanto diritto di ascoltare il dibattito, dove probabilmente si deciderà il futuro degli armatori e dei lavoratori dipendenti. La disponibilità del presidente della Provincia Guerino Testa, punto di riferimento della Marineria, la scorsa volta è stata ricambiata dalla marineria in forma impeccabile. Assurdo ora, conclude, “proporre simili cambiamenti, per altro insignificanti”. L’Associazione Armatori Pescara, quindi, domani si recherà ugualmente con tutti i suoi iscritti nella sala dei Marmi della Provincia. Insomma: o tutti o nessuno.