Un paradosso, un episodio assurdo, l’ennesimo della telenovela del dragaggio del porto di Pescara. La conferma della farsa sospettata dagli “uomini di banchina”. Dopo una settimana di lavori per l’apertura di una canaletta nell’avamporto, che la marineria tiene a precisare non fanno parte del vero e proprio dragaggio, quando il fondale dovrebbe gradualmente tornare ad abbassarsi, le imbarcazioni tornano ad incagliarsi. È accaduto oggi pomeriggio alla Lupetto e alla Riviera, due lampare lunghe oltre 20 metri. Due pescherecci che non effettuano pesca a strascico, quindi non godono dei ristori concessi dal fermo straordinario, che hanno preso la via del mare per poter portare a casa la giornata, comunque autorizzate dalla direzione marittima. Ma si sono impantanate proprio al centro dell’avamporto, dove il motopontone Fioravante sta raschiando 25mila metri cubi per accumularli a nord della diga foranea e rendere possibile uscita e entrata dal porto.
Sarebbe matematico pensare che, giunti ad un terzo del “mini-dragaggio”, la situazione dovrebbe gradualmente migliorare. E invece oggi pomeriggio la Fioravante ha dovuto interrompere lo scavo per soccorrere le due lampare. Ci sono volute due ore di manovre, svolte sotto lo sguardo teso e preoccupato dei marinai che assistevano dal porto alle operazioni di traino, per togliere la Lupetto e la Riviera dalla Secca e farle rientrare in quel porto dal quale, purtroppo, nessuna sembra destinato a poter uscire. Almeno fin quando la rabbia non supererà ogni limite.
Daniele Galli