Pescara. Sotto lo scettico sguardo della marineria, questa mattina il motopontone Fioravante ha iniziato a spostare i 25mila metri cubi dal fondale dell’avamporto per permettere lo sgombero di una canaletta per l’uscita dei pescherecci dal porto. Ma i pescatori insistono per l’avvio del dragaggio vero e proprio e contestano le profondità misurate dalla ditta appaltatrice: nel canale ci sarebbe solo un metro e mezzo d’acqua. Annunciata per venerdì una manifestazione ad alta tensione.
Come i papà aspettano in corridoio davanti alla sala parto, una trentina di pescatori e armatori, stamani, si sono radunati alla punta del molo nord. Il loro travaglio, però, va avanti da oltre un anno: quello per il dragaggio che deve ripristinare il fondale del porto. Dopo 400 giorni di attesa, oltre un mese dall’assegnazione dei lavori di rimozione di 200mila metri cubi alla Sidra, oggi è cominciato solo lo spostamento di 25mila metri cubi dal centro dell’avamporto. Obiettivo: aprire un canale al centro della darsena per permettere ai 56 pescherecci di attraversarla senza toccare con le eliche sul fondo. “Ma come ci arriviamo nella darsena se il canale del porto è profondo un metro e mezzo?”, dicono i lupi di mare, smentendo le batimetrie che la Sidra ha presentato pochi giorni fa e che riferiscono profondità ben maggiori. “Mercoledì glielo facciamo vedere noi quant’è profondo qua!”, promettono i pescatori, che mercoledì attueranno la clamorosa camminata “sulle acque” del canale, traversandolo a piedi e misurando l’altezza dell’acqua con un’asticella metrica.
La prima delusione l’hanno già avuta giorni fa quando a Pescara non è arrivato uno dei “bestioni” di proprietà dell’azienda leader nel settore dei dragaggi, bensì il piccolo motopontone che oggi, al centro della darsena, pescava con lo scafo appena 1,6 metri. “Guarda là, non ci entra nemmeno il ragno”, inveisce un marinaio quando la benna escavatrice scende per la prima volta sotto il pelo dell’acqua e rimane per metà in emersione, toccando sul fondale altissimo praticamente dopo poche spanne di immersione. Per loro che avevano già in mente, come promesso dal Provveditorato alle Infrastrutture, la scena delle navi cargo che caricano tonnellate di sabbia e fango e salpano verso le discariche del Belgio, è deprimente vedere la piccola chiatta con una gru cingolata caricare poche “palate” e spostarle pochi metri più in là, all’interno dello stesso avamporto. Per 3 settimane saranno solo queste le operazioni del “mini-dragaggio”, come lo hanno ribattezzato i lupi di mare, pur di non doversi ripetere una volta di più che si tratta di una presa in giro. Uno “scavetto”.
Quando partirà il dragaggio vero e proprio? La Sidra aveva annunciato di compierlo in 85 giorni dalla consegna del cantiere, ma finora ancora niente. Anzi: sul molo di levante è stato posizionato un impianto per il soil washing, ovvero un depuratore per trattare i fanghi più inquinati (perché sarebbero questi, la loro movimentazione e trovare dove scaricarli i veri problemi che bloccano tutto). “Sappiamo che c’è una legge che impone 60 giorni di attesa da quando viene richiesto il permesso ad usare questa ‘lavatrice’”, spiega Mimmo Grosso, rappresentante dell’Associazione armatori Pescara, “loro lo hanno chiesto il permesso o vogliono farci aspettare fino ad ottobre prossimo per tornare a lavorare?”. Per avere questa risposta, insieme a tante altre che tracciano le ombre sulla burocrazia degli scavi, gli armatori hanno già richiesto l’accesso agli atti dell’appalto. Ma il loro forte timore, così come quello di un padre che sente sulla pelle che in sala parto qualcosa sta andando storto, è che quelle ombre siano ancora più oscure delle previsioni.
Di consumare le suole sono stanchi. Dopo due ore sulla banchina, tempo utile alla Fioravante per far cambiare aria a pochi, miseri metri cubi di sabbia, la marineria se ne torna sul lungofiume ad organizzare la manifestazione programmata per venerdì mattina. “Bloccheremo tutta la città”, promettono, “ora basta, ci hanno preso in giro fin troppo, ma non faremo reati, per appurare tutti gli illeciti di questa faccenda ci rivolgeremo alla Procura”.