Il Prefetto di Pescara Vincenzo D’Antuono è stato condannato a sei mesi di reclusione (con la condizionale) per lesioni provocate alla sua ex moglie. A riferirlo è l’Associazione per il diritto del cittadino Codici, che in una nota dichiara: “Non possiamo fare a meno di chiedere al Dottor D’Antuono che si autosospenda dalla carica di Prefetto della Provincia di Pescara in attesa di un eventuale giudizio definitivo”.
Di primo grado, infatti, la condanna che il tribunale di Nuoro ha emesso lo scorso 10 gennaio, riferita a dei presunti atti di gelosia compiuto dal Prefetto nel corso del suo incarico nella cittadina sarda ricoperto nel 2998.
Il difensore di D’Antuono ha già annunciato di intraprendere il ricorso in Appello, ma intanto Codici incalza: “Il Prefetto, oltre a rappresentare lo Stato nel territorio della Provincia, è anche Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza nonché organo di controllo e di mediazione tra le pubbliche amministrazioni pertanto appare chiaro che una persona condannata seppure in prima istanza per un reato contro le persone non può continuare a svolgere funzioni di rappresentanza e di controllo tra le Forze di Polizia e nella Pubblica Amministrazione”. E la nota dell’associazione annuncia: “Sarà nostro dovere, ove il Dottor D’Antuono non dovesse autosospendersi, chiedere al Ministero degli Interni e al Presidente del Consiglio dei Ministri di voler provvedere ad intraprendere i necessari atti”.