Pescara. Il Governo rivuole i 5 milioni e mezzi che una legge regionale aveva erogato in favore della Saga per sostenere la crisi dell’aeroporto d’Abruzzo. Un ricorso alla Corte costituzionale sostiene l’illegittimità del finanziamento.
Andata e ritorno, come per un volo. Ma a correre il rischio di volare via, dopo essere atterrati nell’aeroporto d’Abruzzo, sono 5,5 milioni di euro che una legge regionale aveva erogato a fine 2012 in favore della Saga, per salvare dalla crisi finanziaria la società all’85 per cento pubblica che gestisce lo scalo. L’8 febbraio scorso il Consiglio dei ministri ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale ritenendo illegittima la legge regionale che ha stanziato il fondo milionario, in quanto anticostituzionale e contrastante con le norme comunitarie sugli aiuti statali. In sostanza, mancherebbe il permesso preventivo della Commissione europea.
Dopo la decisione del ministero dei Trasporti di mantenere quello di Pescara uno scalo nazionale, ora arriva la minaccia della probabile stangata definitiva per la Società abruzzese gestione aeroporti. Quei 5,5 milioni, reperiti tra gli aiuti statali per l’ambiente risalenti al 2001, erano stato infatti deviati verso la rivalutazione dell’aeroporto proprio per risollevare la Saga da una crisi economica pesante. A catena, poi, la società potrebbe dover restituire fior di quattrini pubblici ricevuti nel corso degli ultimi anni: varrebbe dire, precipitare.