Pescara, Codici contro Del Vecchio: due esposti sul direttore dell’università D’Annunzio

codici_universitaPescara. Due esposti di Codici, alla procura e alla Corte dei Conti, contro il direttore generale dell’università D’Annunzio, Filippo Del Vecchio. Una falsa dichiarazione nella domanda per l’incarico all’ateneo teatino-pescarese e la “riesumazione” di graduatorie scadute per promuovere la segretaria personale sono i casi sui quali il Centro per di diritti del cittadino chiede di far luce.

Due esposti differenti, ma che mettono sotto accusa sempre Filippo Del Vecchio, direttore generale dell’università degli studi Gabriele D’Annunzio. Uno inerente alla sua nomina, l’altro, su segnalazione anonima, che punta il dito su delle promozioni extra-time negli organici amministrativi dell’ateneo di Chieti e Pescara. Entrambi depositato da Codici, associazione pro-legalità, presso la Procura della Repubblica di Chieti e presso l’ufficio regionale della Corte dei Conti.

DEL VECCHIO SAPEVA DI ESSERE INDAGATO? È la domanda che si pongono Domenico Pettinari e Giovanni D’Andrea, rappresentanti di Codici, che stamattina hanno spiegato le motivazioni delle denunce nel corso di una conferenza stampa. La domanda, dicevamo, si riferisce all’inchiesta aquilana sui capannoni ex Optimes, edifici presso i quali la facoltà di ingegneria dell’ateneo di L’Aquila furono trasferiti post-sisma all’epoca in cui Del Vecchio era direttore amministrativo dell’università del capoluogo. Sugli affitti ‘gonfiati’ nel 2009, la magistratura ha iscritto nel registro degli indagati il rettore Di Iorio per abuso d’ufficio e truffa, insieme all’attuale direttore generale dell’Ud’A. “Le indagini preliminari però”, dicono Pettinari e D’Andrea, “risultano concluse il 13 settembre 2012”. Una data, da confrontare con quella della consegna dell’avviso di garanzia a Del Vecchio, che potrebbe essere fondamentale per ipotizzare il reato di falso ideologico nel contesto della domanda presentata dal dirigente universitario per il posto poi assunto a Pescara per il triennio 2012/2015. La D’Annunzio, infatti, ha pubblicato il bando pubblico per quel ruolo ad ottobre 2011. Il 5 di quel mese Del Vecchio presento regolare domanda dichiarando “di non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso”. Versione ribadita in una lettera inviata al rettore della D’annunzio il 3 febbraio 2012, nella quale Del Vecchio scriveva: “ Per quanto è a mia conoscenza non risultano a mio carico procedimenti nella fase delle indagini, né procedimenti penali in corso”. Qui il dubbio che stuzzica Codici: “Possibile che”, si chiede Domenico Pettinari, “nonostante le conferenza stampa tenute da Filippo Del Vecchio per rigettare le accuse a suo carico a gennaio 2011 e la pubblicazione sulla stampa della sua iscrizione nelle indagine risalente a 5 mesi prima la presentazione della domanda alla D’Annunzio, lui non sapesse di essere indagato?”. Il beneficio, però, si deve sempre concedere a chiunque. Diverso è correlare alla lettera al rettore (stessa data del 3/02/2012) un certificato della Procura di L’Aquila che certifica la mancanza di carichi pendenti. Qui, in sostanza, potrebbe essersi palesato il falso ideologico e/o in atto pubblico. Fato sta che il 14 febbraio 2012, Filippo Del Vecchio è stato nominato direttore generale, in sostituzione del rinunciatario Giovanni Cucullo. “Se era indagato non poteva essere nominato direttore”, incalza Giovanni D’Andrea, che invitando la procura ad investigare sul caso avanza la soluzione buona a sciogliere il nodo tra date e certificati: “basta chiedere al colonnello Di Censo e al maresciallo Fazio dei carabinieri di L’Aquila, che hanno svolto le indagini, se hanno interrogato Del Vecchio in qualità di indagato prima del 5 ottobre 2011”.

L’ESPOSTO ANONIMO SULLE PROMOZIONI ALLA D’ANNUNZIO. Il secondo esposto di Codici prende origine da questa lettera inviata di recente all’associazione da un anonimo segnalatore:

“Ultimamente (Filippo Del Vecchio Ndc.) ha improvvisamente nominato una ventina di funzionari, con compiti di responsabilità, attingendoli in una graduatoria di concorso interno per un solo posto, ramo informatico, nel cui bando era espressamente previsto l’esaurimento della graduatoria, qualcuno addirittura ha anche potuto cambiare profilo, passando su richieste nel ramo amministrativo.

Sostanzialmente , senza averne alcuna reale necessità, dalla sera alla mattina nella nuova organizzazione dell’UdA sono stati creati 20 uffici esclusivi, assegnando loro funzioni piuttosto altisonanti ( […] senza aver vinto il necessario concorso pubblico). […]Tali nomine sono prive di necessità e raziocinio amministrativo, portatrici di inutili aggravi sul bilancio della collettività […]privi di fondamenta dal punto di vista giuridico e amministrativo. […]

Il generoso Filippo, riesumando una graduatoria esaurita di un concorso interno per un solo posto di funzionario informatico, guarda caso ha anche nominato funzionario informatico la sua attuale segretaria  […] facendola contestualmente passare di ramo amministrativo, ed assicurarle l’imminente nomina a Capo Ufficio della Segreteria del Direttore. Il nostro Filippo da moderno Caligola […] in tutta fretta e ad ogni costo ha voluto nominare senatore il proprio cavallo e, per giunta, unitamente tutti gli esemplari del branco.

Sostanzialmente l’Uda si dovrebbe accollare in blocco 20 funzionari  […] perché la nostra elegante segretaria è posizionata in fondo alla riesumata e scaduta graduatoria”.

Ricevuta la segnalazione, senza voler sfidare ancora una volta il dubbioso caso, Codici interpella la procura affinché acquisisca tutta la documentazione relativa ai bandi, vecchi e nuovi, e alla Corte dei Conti chiede di scoprire “Se l’assunzione di una ventina di funzionari inutili”, afferma Pettinari, “costituisca un danno erariale per la collettività”. “Dalla lettera ricevuta risulterebbe che Del Vecchio per favorire il passaggio di livello della sua segretaria”, conclude D’Andrea, “avrebbe utilizzato una graduatoria scaduta da oltre 2 anni relativa ad un concorso interno per un solo posto bandito nel 2006”.

 

Daniele Galli


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